Economia

"Cdp avrà meno muscoli e più cervello"

Scannapieco: "Saremo più selettivi". No comment su Tim e "sostegno su Open Fiber"

"Cdp avrà meno muscoli e più cervello"

Un piano triennale da 65 miliardi (+5%), a sostegno di investimenti attivabili previsti per 128 miliardi (+14%). Lo prevede Cdp per il piano strategico al 2024, il primo per l'ad Dario Scannapieco, voluto da Draghi alla guida della «Cassa» detenuta all'83% dal ministero dell'economia e al 16% dalle fondazioni bancarie. E, grazie alla potenza di fuoco degli investimenti previsti amplificati dal Pnrr, Cdp non vuole mancare l'occasione per essere il motore di un vero rilancio del paese. Lo sa bene Scannapieco che ha cominciato la sua carriera proprio in Telecom nel 1992 e che ha lavorato al ministero del Tesoro al momento delle grandi privatizzazioni: quella riuscita di Enel e quella zoppa di Telecom.


«Cdp - ha detto l'ad - è chiamata a fare la sua parte in un contesto di rilancio che rappresenta un'occasione senza precedenti per l'Italia». Il Piano ha individuato 4 grandi sfide da affrontare per contribuire rilancio dell'Italia nel prossimo triennio: cambiamento climatico e tutela dell'ecosistema; crescita inclusiva e sostenibile; ripensamento delle filiere produttive; digitalizzazione e innovazione. A queste sfide corrispondono 10 campi di intervento dove opererà Cdp basando il proprio impegno sul rispetto degli obiettivi dell'agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile.


«Il piano guarda al futuro, a come Cassa potrà e dovrà diventare nel 2024, il triennio che abbiamo davanti è cruciale» ha detto il presidente, Giovanni Gorno Tempini che siede anche nel cda di Tim, di cui la società del Tesoro ha il 10%. Ma sulla offerta prospettata dai fondi Kkr per la società telefonica l'ad Scannapieco non ha risposto, togliendosi dall'imbarazzo con l'ottima motivazione dei «mercati aperti». In compenso ha confermato il sostegno a Open Fiber, società della rete fondata nel 2015, al 50%, insieme con Enel e di cui presto Cdp avrà la maggioranza acquisendo un ulteriore 10% (per circa 500 milioni) mentre l'altro 40% è stato venduto (da Enel) al fondo infrastrutturale Macquarie. Scannapieco minimizza ma non c'è dubbio che la «Cassa» sarà lo snodo strategico per la realizzazione della rete in fibra nel paese e sarà chiamata a scegliere la strategia più corretta per realizzarla, unendola a quella di Tim e magari prendendone il controllo oppure no. Certo le partite aperte sono molte, forse troppe, tanto che Scannapieco vuole aumentare l'attività di advisory per scegliere le attività più interessanti al fine di favorire l'entrata di nuovi soggetti in Borsa. «Ci definiscono come la cassaforte dello Stato - ha detto - ma è un'immagine che non piace: è come dire tanti muscoli e poco cervello invece noi vogliamo diventare un promotore con tanto cervello, non un soggetto statico, pesante» per avere un ruolo addizionale e complementare al mercato. «Noi - ha detto - dovremo fare qualcosa di diverso rispetto alle banche ma dobbiamo anche diventare più selettivi negli investimenti e, per farlo, aumentare le competenze tecniche interne sul modello degli altri istituti europei di promozione. Al fine di essere anche un punto di riferimento sul mercato quando investiamo per attrarre altri capitali». Nel piano strategico ci sono anche 7 miliardi per investimenti nell'equity nel triennio che riguardano sia quelli diretti, come quello in Aspi (Autostrade), ancora da chiudere ma soprattutto di sostegno ai fondi per coinvestimenti. «Per Aspi - ha aggiunto l'ad -pensiamo che il closing ci sarà nel primo trimestre del 2022. Poi vedremo».

Tra i primi fondi del Pnrr assegnati a Cdp ci sono già 3,3 miliardi per venture capital e turismo.

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