Cementir e Italcementi pronte a crescere per sfidare il nuovo big Holcim-Lafarge

Cementir e Italcementi pronte a crescere per sfidare il nuovo big Holcim-Lafarge

Cambio di passo nel 2015 per i cementieri italiani. Dopo una lunga crisi del settore, con la produzione che tra il 2013 e il 2014 ha toccato livelli che non si vedevano dal 1960, le tre famiglie protagoniste del mercato italiano - Caltagirone, Pesenti e Buzzi - si preparano a voltare pagina. Complice la mega fusione tra la francese Lafarge e la svizzera Holcim, il calo del prezzo del petrolio, la ripresa dei consumi e la diversificazione estera, almeno due delle tre società italiane (Cementir e Italcementi) hanno già le carte in regola per spingere sull'acceleratore dell'M&A e avviare un possibile risiko di settore. Per Buzzi Unicem, invece, i tempi sono maturi per cambiare passo, ma ci sono ancora alcune criticità e incertezze.

A smuovere il mercato sarà la nascita del colosso franco-svizzero che, entro il primo semestre, prenderà vita con un giro d'affari da 30 miliardi e 130mila dipendenti, superando l'attuale leader, la multinazionale cinese Anhui Conch. «Il consolidamento del comparto è positivo - spiega un analista - alimenta la competizione e la spinta all'M&A nei competitor, le italiane però devono svegliarsi: avviare lo shopping e crescere di dimensioni per approfittare dei primi segnali di ripresa». Tuttavia, rispetto alla primavera scorsa, le attese sono meno legate alla possibilità di rilevare le società che Lafarge-Holcim ha messo in vendita per ragioni Antitrust. La newco ha avviato una trattativa in esclusiva con Cement Roadstone Holdings per 6,5 miliardi di asset tra Europa, Canada, Brasile e Filippine. «Visto il multiplo a cui dovrebbe avvenire la cessione (8,7 volte l'ev/ebitda) questa operazione migliora i fondamentali del settore ma le italiane restano fuori dalla grande abbuffata di asset franco-svizzeri».

Quali sono dunque le prospettive 2015? Secondo Kepler la società meglio posizionata è la Cementir della famiglia Caltagirone che, pur con ricavi in calo a 948 milioni(-4,1%), ha chiuso il 2014 con un mol a 192,4 milioni (+13,4%) e un risultato operativo a 104 milioni (+35,7%). In questo scenario, il gruppo prevede per il 2015 un mol a 190 milioni, l'aumento dei volumi di vendita, l'operatività delle società attive nel trattamento dei rifiuti in Turchia e Regno Unito ed effetti positivi dalla riorganizzazione in Italia. Secondo gli esperti di Kepler (buy e target a 7,20 euro) «il 2015 sarà supportato da un cambio favorevole, dalle materie prime e da un'esposizione geografica attraente nelle aree chiave, Scandinavia e Turchia». Gli analisti vedono anche possibili operazioni di M&A grazie al prossimo aumento di capitale da 300 milioni (il 23 febbraio). «Con questa mossa - spiega una fonte - la potenza di fuoco del gruppo sale a 800 milioni e Cementir se la giocherà per rafforzare la propria quota di mercato». Quanto a Italcementi, pur chiudendo il 2014 con ricavi a 4,15 miliardi (-1,8%), nel solo quarto trimestre ha registrato segnali di ripresa del fatturato (+2,3%) grazie al buon incremento delle vendite di cemento (+2,7%) soprattutto in Nord America, Asia, Grecia e Spagna. «Il gruppo è ben posizionato in Usa, Egitto, India e Thailandia e migliora in Italia e Bulgaria», spiega Equita. In questo quadro, per Kepler, «il 2015 sarà il primo anno di forte ripresa degli utili che aprirà la strada a un significativo recupero di redditività a medio termine». L'ad Carlo Pesenti ha annunciato di puntare, in particolare, all'Asia e all'Africa subsahariana.

Fanalino di coda resta Buzzi Unicem (domani il bilancio) che - pur beneficiando del calo del del petrolio - sarà penalizzata

dall'esposizione in Russia (23% dei volumi totali) con un calo del 18% su base annua. «Preoccupa poi l'elevata esposizione verso aree a rischio (Russia, Texas, Messico) che - spiega una fonte - potrebbe anche trasformarla in una preda».

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