Nonostante i timori di scarsa solidità seguiti alla pandemia e, soprattutto, alle misure restrittive imposte dai vari governi degli stati europei, le maggiori banche del vecchio continente, almeno stando ai dati diffusi dalla Bce, paiono godere ancora di relativa salute. I 118 più importanti istituti di credito europei, vigilati proprio dalla Bce, farebbero registrare un lieve miglioramento per quanto concerne i requisiti patrimoniali e di liquidità.
Stando ai dati diffusi dalla stessa Banca centrale europea, l'istituto di credito italiano più solido sarebbe CredEm. Delle sopra menzionate 118 banche sarebbero sei quelle ancora sotto la lente di ingrandimento: questo a causa del fatto che a settembre 2021 ancora presentavano un livello di capitale inferiore rispetto a quanto richiesto. Il numero degli istituti sotto vigilanza sarebbe pertanto diminuito rispetto al 2021: oltre ciò, due di questi sei avrebbero iniziato a colmare tale gap nella parte finale dello scorso anno.
Classifica Srep
Per sondare lo stato di salute delle banche continentali, è stata creata ad hoc la cosiddetta "classifica Srep", un acronimo che sta per "Supervisory review and Evaluation process", vale a dire "processo di revisione e valutazione prudenziale". Si tratta di uno strumento di valutazione e misurazione dei rischi a livello di ogni singola banca per quanto concerne i requisiti patrimoniali, cosa che garantisce a investitori e depositari di possedere sufficienti informazioni sulla solvibilità degli istituti di credito.
Le banche europee fanno registrare un lievissimo miglioramento dei requisiti delle attività ponderate per il rischio nel 2022, passando dal 14,9% al 15,1%. Il capitale Cet1 sale anch'esso moderatamente, incrementandosi dal 10,5% al 10,6%. "Devo essere sincero, quando è scoppiata la pandemia oltre un anno e mezzo fa, ero preoccupato perchè pensavo che avrebbe interrotto i miglioramenti realizzati nella pulizia di bilancio e nell’irrobustimento del bilancio", commenta Andrea Enria, a capo del Consiglio di vigilanza della Bce, come riportato da "Il Corriere", "ma questo non è avvenuto". Gli Npl (i "Non Performing Loans", o "crediti deteriorati", cioè quei prestiti la cui riscossione da parte delle banche è incerta) non sarebbero per ora motivo di preoccupazione, almeno secondo Enria. "Il Npe ratio nel terzo trimestre è del 2,2%", che significa ai suoi minimi storici da quando, per lo meno, esiste la vigilanza della Banca centrale europea.
Per quanto concerne le banche italiane, il posto più alto è occupato dal Credito emiliano (CredEm), che si stabilisce al terzo gradino del podio in Europa. Per trovare il secondo istituto di credito nostrano in classifica bisogna scendere fino al 17° posto, occupato da Mediobanca.
Seguono in graduatoria Unicredit e Intesa SanPaolo, rispettivamente al 28° e al 29° posto, mentre Banco Bpm occupa la casella 65. Monte dei Paschi di Siena si colloca all'87° posto, la Banca popolare di Sondrio al 92° ed infine la genovese Carige al 106°.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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