Le condizioni di Parigi a Fca per chiudere con la Renault

Sede nella capitale, extra dividendo e un posto in cda per l'Eliseo. Oggi il consiglio dei transalpini sull'operazione

Le condizioni di Parigi a Fca  per chiudere con la Renault

Un dividendo straordinario per i soci di Renault allo scopo di compensare un potenziale squilibrio nell'alleanza con Fca; un posto nel nuovo cda per l'Eliseo, azionista di peso del gruppo francese; la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali portata da due a quattro anni; e l'assicurazione che la sede operativa della realtà automobilistica resti in riva alla Senna. Sono le richieste che il ministro dell'Economia d'Oltralpe, Bruno Le Maire, ha fatto al presidente di Fca, John Elkann, nell'incontro svoltosi nel fine settimana. In questo scenario, si sarebbe già raggiunta un'intesa sulla governance della futura holding Fca-Renault, con Elkann presidente e il numero uno francese, Jean-Dominique Senard, nel ruolo di ad e membro del board. Tutti temi che oggi saranno sul tavolo del cda di Renault convocato per esprimersi sulla proposta di fusione arrivata da Fca. Un ulteriore cda potrebbe svolgersi in settimana.

Una fonte vicina al Lingotto ribadisce, intanto, i concetti basilari dell'accordo: «La chiave per un'operazione di successo è il bilanciamento, e la priorità è quell'equilibrio degli azionisti di Fca e Renault che dia, con rispetto, un accesso equo agli enormi benefici che la fusione genererà». Su questa falsariga si esprime anche Le Monde («quella di Fca è un'offerta amichevole e deve rimanere tale») che però ribadisce, rilanciando l'orgoglio transalpino, come l'operazione non sia da intendere come «un prendere o lasciare per Renault e Parigi». Molto attento agli sviluppi del negoziato è l'ad di Nissan, Hiroto Saikawa. Il gruppo giapponese, che ha in corso un'alleanza globale con i francesi, è posseduto per il 44,3% da Renault e, a sua volta, ha in mano il 15% della società di Parigi. Saikawa ha già ricevuto la visita di Senard, numero uno di Renault, e prossimamente parlerà con Elkann. Ora, però, tutto il suo interesse è puntato sulla definizione dei rapporti dell'alleato europeo con il partner italo-americano. Ed è logico, a questo punto, alla luce di quando sarà comunicato, che Nissan dovrà rivedere la sua relazione con Renault. «La fusione in predicato - ha precisato Saikawa - altererebbe significativamente la struttura del nostro partner di Parigi. Penso che il potenziale ingresso di Fca, come nuovo membro dell'Alleanza, potrebbe ampliare il campo di gioco per la collaborazione e creare nuove opportunità per ulteriori sinergie. Detto questo, una revisione della relazione con Renault è fondamentale».

Senard, nel recente incontro, oltre a rassicurare il collega giapponese sui benefici per l'Alleanza derivanti dalla fusione di Renault con Fca, si era soffermato anche sul delicato tema degli equilibri tra Parigi e Yokohama, dicendosi disponibile a concedere ai soci del Sol levante il diritto di voto nell'azienda d'Oltralpe.

A più di una settimana dall'annuncio delle trattative tra Fca e Renault, e dopo un primo commento del vicepremier Matteo Salvini («da considerare l'ingresso dello Stato nella nuova società per controbilanciare Parigi»), ecco intervenire sia il premier Giuseppe Conte sia l'altro vicepremier Luigi Di Maio.

Entrambi affermano di seguire l'operazione, dando per scontato che «si salvaguardino - così Di Maio - prima di tutto i lavoratori e che, piuttosto, attraverso il mantenimento e il potenziamento del piano di investimenti, questi aumentino nel prossimo futuro». In Borsa, bene Renault (+0,6%), giù Fca (-0,56%).

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