Dalle banche rubinetti chiusi per famiglie e imprese

Sofferenze da "credit crunch". Dalla Bce soldi all'1% agli istituti di credito, ma mutui e presiti sono in calo

Dalle banche rubinetti chiusi per famiglie e imprese

Le banche italiane tirano ancora il freno sui prestiti alle imprese, mentre si impennano i tassi sui mutui. I 116 miliardi di euro all’1%, erogati a dicembre dalla Bce al sistema creditizio italiano, prima tappa di un’iniezione di liquidità che durerà tre anni, non si sono dunque tradotti nella sperata boccata d’ossigeno per il mondo produttivo e le famiglie: anzi, si è verificato esattamente l’opposto. A gennaio, infatti, il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti del settore privato è sceso all’1,6% dal 2,3% di dicembre 2011. Il dato emerge dalle statistiche della Banca d’Italia, diffuse ieri.
Ma si tratta di una tendenza al ribasso che prosegue da almeno un anno: il tasso era al 4,8% nel gennaio del 2011. E a pesare particolarmente su questa flessione sono i finanziamenti bancari alle aziende. Sempre secondo la Banca d’Italia, infatti, il tasso di crescita dei prestiti alle società non finanziarie - quindi le imprese - è passato all’1,3% dal 2,6%, mettendo in luce una riduzione ben più marcata del tasso relativo alle famiglie, sceso al 3,1% dal precedente 3,4%. Non è tutto: per le imprese è diventato anche più oneroso finanziarsi. Infatti, l’andamento dei tassi di interesse è esattamente opposto a quello della concessione dei prestiti, e continua a salire vertiginosamente.
E si sono addirittura impennati i tassi applicati ai prestiti di importo più basso, quelli fino a un milione di euro su base annua: la tabella di Bankitalia segna un tasso medio del 5,01% a gennaio 2012 contro il 3,26% dell’anno prima. Solo un mese prima, nel dicembre 2011, i tassi sui prestiti fino a un milione di euro erano ancora al 4,98 per cento.
Ma anche i prestiti superiori al milione di euro sono a loro volta diventati più onerosi per le imprese nel corso dell’anno: il valore di gennaio 2012 si attesta al 3,47% contro il 2,35 dell’anno prima. Qui però si registra una leggera flessione rispetto al dicembre scorso, quando il tasso applicato a questa tipologia di prestiti era al 3,8%, picco finale di un’ascesa che ha caratterizzato senza interruzioni l’intero 2011. La situazione non migliora se dalle imprese passiamo alle famiglie. Per loro sono infatti aumentati sia i tassi sul credito al consumo, passati al 9,91% a gennaio 2012 dal 9,11% di dicembre, sia quelli relativi ai mutui per la casa, schizzati al 4,55% dal 3,36 di un anno prima e dal 4,27 di dicembre.
Il «credit crunch», dunque, stringe più che mai la sua morsa sull’economia italiana, nonostante il tasso di crescita sui 12 mesi delle sofferenze bancarie sia diminuito, passando al 17,9% di gennaio dal 19,5% del mese precedente. Restano inascoltate, dunque, le richieste di una maggiore apertura del credito che continuano ad arrivare dal sistema delle imprese, dalle istituzioni, Bankitalia in primis, e dalle associazioni di consumatori.


Un impegno che gli stessi banchieri avevano promesso di onorare quando, poco più di una settimana fa, il 29 febbraio, la Bce ha erogato altri 139 miliardi di euro, sempre al tasso dell’1%, al sistema creditizio italiano: «Useremo questa liquidità per finanziare imprese e famiglie», aveva dichiarato quel giorno Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, davanti ai parlamentari della commissione Bilancio della Camera. Fra qualche mese si vedrà se si è trattato solo di belle parole.

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