Auto Show di Detroit 2019 ultimo atto. Dal 2020 la rassegna automobilistica nordamericana si terrà in giugno, lasciando così campo libero al Ces di Las Vegas. In pratica, l'ammissione di una sconfitta: vincono tecnologie e multimedialità rispetto alla semplice esposizione di modelli. E così, domani, nella Motor City del Michigan si riparte con un Salone orfano di tanti costruttori, come Bmw, Audi e Mercedes. Poche novità a parte (Volkswagen Passat Model Year 2020, nuova Porsche 911 Cabrio, il rinnovato Ram 1500 del gruppo Fca), al centro dell'attenzione sarà soprattutto l'asse Ford-Volkswagen con tutti i particolari dell'accordo. Dopo la lettera d'intenti siglata nel 2018, i due gruppi stanno discutendo accordi su veicoli commerciali, guida autonoma e mobilità elettrica. Il numero uno di Volkswagen, Herbert Diess, ha già affermato che il gruppo tedesco intende utilizzare alcune fabbriche Ford negli Stati Uniti. Bill Ford, nei giorni scorsi, si è limitato a dire che «i colloqui con Volkswagen procedono bene». E sempre il colosso di Wolfsburg potrebbe ufficializzare al Cobo Center di essere tornato in vetta alla classifica mondiale dei costruttori, dopo il sorpasso nel 2017 da parte dell'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, grazie ai 10,83 milioni di veicoli immatricolati lo scorso anno: +2,1% negli Stati Uniti e +3,7% in Canada. Sembra che, saldati i conti con Washington e i clienti, da quella parte dell'Atlantico il «dieselgate» sia quasi acqua passata.
Non è ancora chiaro se martedì i vertici delle due società faranno una dichiarazione congiunta proprio all'Auto Show. È chiaro che gli organizzatori del Salone stanno facendo il possibile perché ciò avvenga, visto che hanno già messo a disposizione di Ford e Volkswagen lo slot di un'ora.
Rispetto agli anni passati, non è prevista alcuna conferenza stampa di Fca (Sergio Marchionne era solito riunire in una saletta, di buon'ora, prima i media italiani e poi quelli esteri). Si sa solo che l'ad Mike Manley, insieme ai manager americani del gruppo, assisterà domani mattina all'evento sullo stand del marchio Ram.
Non dovrebbe esserci anche Pietro Gorlier, responsabile di Fca per l'Europa, impegnato sul fronte italiano ma anche a definire i programmi di sviluppo degli stabilimenti del gruppo in Polonia, Serbia e Turchia.
Oltre al futuro dell'accordo Ford-Volkswagen, a trovare spazio a Detroit saranno anche i timori per l'anno appena iniziato: le vendite di auto sono stimate sotto quota 17 milioni di
unità, il rinnovo del contratto di lavoro del settore e, più in generale, si guarda all'impatto sugli acquisti derivato dallo shutdown.Tra gli espositori c'è anche Nissan: è il primo Salone dopo il «golpe» contro Carlos Ghosn.
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