Non bastava lo scandalo Volkswagen, con la sua cortina tossica di risarcimenti miliardari e l'incalcolabile danno alla finora inossidabile immagine del made in Germany : adesso Angela Merkel rischia lo strabismo, dovendo tenere un occhio sui disastri combinati a Wolfsburg e un altro su Deutsche Bank. L'inglese John Cyran, fresco ad del colosso bancario, ha trascorso gli ultimi quattro mesi a mettere la lente di ingrandimento su tutte le magagne. Poi, ha preso la sua decisione: un bombardamento al napalm che cancella 10 Paesi (Argentina, Cile, Messico, Perù, Uruguay, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Malta e Nuova Zelanda) dalla mappa dell'istituto tedesco, un calare di scure a tagliare 26mila posti, di cui 9mila direttamente nelle filiali e i restanti attraverso la cessione di asset. Senza tralasciare l'azzeramento in Germania di 200 agenzie. Un'operazione da tabula rasa che però risparmia l'Italia, «un mercato chiave» con i suoi oltre 3 milioni di clienti, 4mila dipendenti, 1.500 promotori finanziari e 627 punti vendita. Business is businnes, del resto.
Per la Germania è davvero un momentaccio. C'è anche la Cina a levigare una crescita che si va assottigliando mese dopo mese (il governo ha tagliato le stime del Pil 2015 a +1,7%, ma il dieselgate potrebbe costare un punto intero di prodotto lordo). La Merkel, non a caso, è in visita pastorale a Pechino, accompagnata anche dal nuovo ceo di Vw, Mathias Mueller. Obiettivo, tornare in patria con un ricco book di ordini, per raddrizzare l'umore plumbeo dei connazionali segnalato dal netto calo del clima di fiducia (-0,7%, contro il +0,9% in Italia). Un mondo rovesciato agli occhi dei tedeschi. Che certo non hanno preso bene il maxi-riassetto di Deutsche Bank, crollata del 7% a Francoforte dopo aver imbarcato perdite nel terzo trimestre per 6 miliardi. Colpa in parte degli onerosissimi esborsi legati a un vizietto un po' truffaldino, come per esempio la manipolazione dei cambi e i magheggi su Libor (tasso interbancario), Euribor (mutui) e Tibor (operazioni commerciali). Negli ultimi due anni Db ha pagato multe per 9 miliardi, potrebbe presto patteggiare 200 milioni con gli Usa (dossier Iran e Siria) e, visto che i duelli in tribunale non sono finiti, accantonerà altri 1,3 miliardi per sanzioni legali future. Questa tendenza alle pratiche scorrette si lega alla ricerca di forti profitti. Il che si traduce in una continua assunzione di rischi, come dimostra l'esposizione lorda in derivati per la cifra-monstre di 54.700 miliardi (il Pil tedesco è di circa 4 miliardi). Un altro grattacapo per Frau Merkel, che pare abbia già aiutato la banca a superare gli stress test.
In Italia, intanto, partiranno nel gennaio i richiami delle circa 710mila auto del gruppo Volkswagen.
A precisarlo è stato il ministro dei trasporti e infrastrutture, Graziano Delrio, secondo il quale è molto difficile quantificare quale sia «l'impatto della mancata vendita, se ci sarà, delle auto Volkswagen sull'indotto italiano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.