Draghi-Weidmann, è ancora duello

Il presidente della Bce difende il Qe, il tedesco ne chiede lo stop

Jens Weidmann, presidente della Bundesbank
Jens Weidmann, presidente della Bundesbank

A poche ore dal suo intervento a Jackson Hole, previsto per domani, Mario Draghi torna a difendere il quantitative easing. Ritenere che il Qe non sia uno strumento utile «è ingiustificato», ha spiegato il presidente della Bce in un discorso al Lindau Nobel Laureate Meeting. «Un gran numero di ricerche empiriche ha dimostrato il successo di queste politiche a sostegno dell'economia e dell'inflazione, sia nell'area dell'euro che negli Stati Uniti». Non una sola parola, tuttavia, è stata dedicata al futuro ritiro delle misure non convenzionali, introdotte dall'Eurotower a partire dal marzo del 2015. La stessa scena muta dovrebbe ripetersi al simposio tra i banchieri centrali nel Wyoming, dove l'ex governatore di Bankitalia si limiterà a restare nel solco del tema del consesso, «Promuovere un'economia globale dinamica».

Ma, come spesso è accaduto in passato, le parole pronunciate ieri da Draghi possono anche essere lette come un messaggio inviato ai tedeschi. Non solo alla Corte costituzionale di Karlshrue, che attraverso un ricorso ha chiesto il disarmo del bazooka monetario, ma anche alla Bundesbank. Con un tempismo perfetto, il numero uno della Buba, Jens Weidmann, ha mandato dalle colonne di Boersen-Zeitung un avvertimento. Questo: «Dal mio punto di vista non c'è bisogno di introdurre ulteriori azioni per il prossimo anno e in particolare di estendere il programma di acquisto». Dal quale, i tedeschi pretendono «un'uscita ordinata, che deve essere programmata tempestivamente». Ovvero, prima si parla dell'exit strategy, e meglio è. Le minute dell'ultima riunione della Bce dicevano altro: l'apertura delle discussioni sul tapering non ci sarà prima dell'autunno.

Questa contrapposizione con la Bundesbank potrebbe essere uno dei motivi che ha convinto Draghi a non esporsi a Jackson Hole. Lo spread Btp-Bund continua intanto a salire: ieri è arrivato a 173 punti, tre in più di martedì.

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