E la volatilità dei mercati premia sempre più le gestioni di tipo attivo

Prima la crisi greca, poi la superfrenata della Cina che ha investito i mercati mondiali e, infine, lo scandalo Volkswagen. Il terzo trimestre del 2015 è stato molto movimentato su tutte le Borse mondiali che, in molti casi, hanno subito perdite superiori al 10 per cento. Il margine per l'investimento fai-da-te è sempre più ristretto oltreché pericoloso. I fondi possono rappresentare una buona exit-strategy in questo momento di incertezza nel quale la parola d'ordine è «diversificare», ossia non concentrare il rischio relativo ai propri investimenti su un unico settore, su un'unica area geografica o, addirittura, su un unico titolo. E forse non è un caso che nei primi otto mesi dell'anno la raccolta dei fondi si sia attestata a 111 miliardi di euro con un aumento di 23 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2014.

«I fondi di investimento sono un ottimo strumento di diversificazione sia perché l'investitore può scegliere di affidarsi a un esperto, ovvero il gestore, che selezionerà i titoli più adeguati a offrire un rendimento, sia perché i più esperti possono direttamente puntare su un determinato settore o asset class ». Questi ultimi, spiega il responsabile investimenti di Frame asset management Michele De Michelis, sono più adatti agli investitori esperti che sanno già come e dove vogliono investire. Coloro che sono meno esperti, invece, possono innanzitutto cercare di «proteggere i propri risparmi da eventuali trend negativi del mercato scegliendo fondi a delega che si prefiggono un ritorno assoluto», cioè il cui unico obiettivo è quello di aumentare il valore del proprio patrimonio. Le gestioni di tipo attivo, ossia slegate da un indice di riferimento ( benchmark ) stanno prendendo sempre più piede in questa fase confusa dei mercati: l'unico target è il rendimento, mentre per attutire le perdite si utilizzano opzioni, future e altri tipi di contratti derivati che ampliano il tradizionale portafoglio composto da azioni, obbligazioni e strumenti di liquidità.

«Le banche centrali, in molti casi, continueranno a tenere basso il costo del denaro, perché vogliono spingere i mercati a puntare sugli asset più rischiosi», aggiunge De Michelis. Perciò al momento, suggerisce, «sarebbe meglio evitare gli obbligazionari e puntare su fondi con strategie long/short o market neutral ». Si tratta di fondi che assumono posizioni rialziste e ribassiste (il market neutral è quello dove entrambe si compensano, ndr ) su uno stesso titolo per attutire la dipendenza dalle oscillazioni dei mercati e riuscire a spuntare un segno più in ogni situazione. A questo proposito è opportuno ricordare che Banca Generali ha ampliato la gamma di prodotti sviluppate assieme alla società svizzera Controlfida con Delta Ucits Fund (azionario), Super Discovery (mercati emergenti) e Delta defensive ( absolute return ). I primi due hanno come obiettivo di perseguire il 100% del movimento al rialzo dei mercati, limitando però al 50% i movimenti al ribasso grazie alla strategie attive e a strumenti a tutela delle inversioni di trend . Delta defensive punta, invece, a rendimenti assoluti. Tra i nuovi comparti standard life presenti sulla piattaforma Fineco, invece, sono presenti due absolute return : Sli Global Absolute Return Strategies e Sli Absolute Return Global Bond Strategies . Azimut da circa un anno ha creato Az Sustainable Absolute, un fondo che investe in azioni globali sostenibili con approccio absolute return.

«Chi teme la volatilità può puntare sui convertibili (fondi che investono in obbligazioni convertibili, ndr ) che offrono la protezione di un bond e recuperano i due terzi di un rialzo se il mercato sale e perdono solo un terzo del calo complessivo quando il mercato scende, consentendo di raggiungere

rendimenti positivi», conclude De Michelis. In quest'ambito si segnala il comparto Convertible Strategy Collection di Mediolanum Best Brands che investe prevalentemente in obbligazioni senza vincoli geografici o settoriali.

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