«I risparmiatori che hanno investito nei bond subordinati delle quattro banche salvate conoscevano i rischi. Da dieci anni abbiamo fatto mettere l'avviso di questo rischio nei prospetti informativi: che in caso di liquidazione o procedure concorsuali, la massa fallimentare riesca a soddisfare solo i crediti che hanno priorità». Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, getta benzina sul fuoco delle proteste degli obbligazionisti che dopo il decreto varato lo scorso 22 novembre dal governo Renzi si sono visti azzerare in una notte i soldi investiti in Banca Marche, Etruria, Cariferrara e CariChieti. Insomma, la Consob sta facendo degli accertamenti ma sui contratti firmati dai risparmiatori c'era scritto tutto, quindi erano stati avvisati. Il tema era già emerso ai tempi dei derivati sottoscritti da cosiddetti «operatori non qualificati»: vale più la responsabilità di chi deve vigilare o la consapevolezza del cliente che non ha solo il diritto di essere informato ma anche il dovere di informarsi su quello che acquista? L'economista Luigi Zingales ha posto la domanda su Twitter. Alcuni hanno risposto che la colpa è di chi le ha comprate. A giustificazione invocano il famoso caveat emptor. Ovvero, dicevano i latini, il compratore stia attento a cosa compra. Secondo Zingales, la risposta sbagliata per due motivi. «Se è vero che delle obbligazioni bancarie subordinate sono state vendute come prive di rischio, si tratta di truffa, nel qual caso il caveat emptor non si applica», scrive sul suo sito Europaono.com. Secondo motivo: «Se vogliamo che dei risparmiatori non sofisticati investano i loro risparmi nel mercato finanziario dobbiamo garantire loro delle protezioni». Che non devono (né possono) essere delle garanzie di non perdere i soldi. Ma va impedito che venditori senza scrupoli approfittino della mancanza di sofisticazione dei compratori. La Mifid (Markets in Financial Instruments Directive) ha questo scopo. «Ma evidentemente - aggiunge - non funziona. Bene sarebbe introdurre, un dovere fiduciario del consulente finanziario di agire nell'interesse del cliente. Nessun consulente finanziario può sostenere che investire tutti i risparmi di una 88enne in una obbligazione subordinata di un unico emittente (per di più con dei problemi) sia ragionevole. Ergo, sarebbe responsabilità di chi gliela ha venduta». Nel frattempo, il governo sta cercando rimediare agli «effetti collaterali» del decreto. «Stiamo valutando delle misure a sostegno delle fasce deboli dei risparmiatori, ma non a compensazione» del credito», ha detto ieri il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Cosa fare per limitare il danno degli obbligazionisti subordinati? In uno dei circa 130 subemendamenti alla manovra presentati in Parlamento ce n'è uno del Pd che propone un fondo di solidarietà da 120 milioni di euro, di cui 80 «a carico del sistema bancario». Per accedevi gli investitori devono aver subito, «perdite patrimoniali tali da porli «in condizioni d'indigenza o comunque di vulnerabilità economica o sociale».
Alcuni deputati di Scelta Civica, con il sostegno del sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti, hanno invece presentato un emendamento che consentirà il recupero fiscale del 26% delle perdite di azionisti e obbligazionisti «fino ad un massimo di 50mila euro». Intanto domani pomeriggio a Roma, in piazza Montecitorio, si terrà una manifestazione di azionisti e obbligazionisti delle quattro banche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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