RomaDal primo gennaio del 2014 le banche europee disporranno di una maggiore flessibilità nel concedere prestiti alle piccole e medie imprese, nei limiti di 1 milione e mezzo di euro. Nel Crd4 (Capital requirement directive 4, che recepisce le direttive di Basilea 3) approvato ieri dal Parlamento di Strasburgo viene introdotta una sterilizzazione parziale delle esposizioni bancarie nei confronti delle pmi. In particolare, al monte dei finanziamenti alle piccole e medie imprese viene applicato un fattore correttivo che lo riduce del 24% Questo significa, spiega il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, che «avremo banche sempre più solide e affidabili, senza inaridire il credito di cui le imprese hanno vitale esigenza».
Il fattore correttivo introdotto nel testo approvato dal Parlamento europeo avvantaggia, da un lato, le piccole aziende europee (e ovviamente italiane), ma anche le banche: secondo una recente analisi di Deutsche Bank, i due principali gruppi italiani, Unicredit e Intesa, otterrebbero un miglioramento del core tier 1 di 10 e 8 punti base. Ancora più evidenti i vantaggi per le nostre piccole banche, tradizionalmente più esposte nei confronti della piccola e media impresa. «È un segnale concreto, che risponde in parte all'appello lanciato ieri da Mario Draghi», osserva Tajani.
Oltre a rafforzare i requisiti patrimoniali, le nuove norme limitano i bonus ai vertici degli istituti.
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