Facebook crolla in Borsa Frenano i collocamenti

In difficoltà anche la raccolta di capitali per le start-up. Titolo in recupero con il lancio del negozio per le "app"

Facebook crolla in Borsa  Frenano i collocamenti

Doveva essere l’Ipo delle meraviglie. Invece l’attesissimo esordio sul mercato finanziario di Facebook si è trasformato in un incubo e non solo per gli investitori che hanno comperato, fiduciosi, le azioni al collocamento a 38 euro. Nella Silicon Valley, infatti, serpeggia il malcontento tra le altre società legate a Internet che puntano alla Borsa. Secondo Paul Graham, fondatore di Y Combinator, un fondo di investimento specializzato in start up tecnologiche, anche la raccolta fondi per aiutare giovani imprenditori a fondare società sarà più difficile, sempre a causa del difficile esordio in Borsa di Facebook.

Il social network, infatti, ha svuotato le casse degli investori avendo perso, dall’esordio il 30% del suo valore, il che vuol dire 30 miliardi di dollari, una manovra finanziaria italiana. Il risultato è che società, come ad esempio Kayak, che vende viaggi online, vede ora allontarnarsi il momento dell’Ipo, mentre il social network dedicato alla telefonia mobile, Twitter, potrebbe essere addirittura acquisito da Google. Quanto a Morgan Stanley, la banca che ha curato il collocamento, ha fatto una pessima figura e ha perso credibilità per le prossime Ipo. Del resto, valutare Facebook 100 volte gli utili, portanto il valore a 100 miliardi di dollari è stato certamente un azzardo, in quanto Apple, ad esempio, è quotata «solo» 13 volte gli utili. Ieri però il titolo ha rialzato la testa. La società ha fatto un annuncio importante: un market place per le applicazioni simile a quello di Apple. Saranno 600 disponibili sia sul sistema operativo di iPhone e iPad sia per Android. Inoltre, gli sviluppatori emergenti potranno vendere le proprie «app» attraverso un canale privilegiato.

Caratteristiche che rendono questo «negozio» diverso dall’App Store di Apple o da Google Play. Facebook, dunque, fa un primo passo concreto verso il mondo mobile, uno degli obiettivi della società nel 2013, come Mark Zuckerberg ha spiegato più volte agli azionisti. A conferma di questa intenzione si sa che il social network ha già arruolato ex ingegneri Apple che hanno lavorato su iPhone e iPad.

E, dunque, la costruzione di un modello di business, basato non più solo sulla pubblicità,  ma sul reddito derivante dal business delle applicazioni che girano sul social network e che vendono servizi o software è dunque una possibiltà molto concreta. Tanto che al Nasdaq il titolo è salito del 4,4%.

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