Il giorno successivo alla riapertura di Mike Manley a un accordo tra Fca e Renault, Piazza Affari ha dimostrato di apprezzare la mano tesa dell'ad del Lingotto ai francesi. Le azioni di Fca hanno chiuso con un guadagno dello 0,8% (11,76 euro) dopo aver segnato un massimo di 12,012 euro. Bene, a Parigi, anche il titolo Renault la cui crescita (+1,7%) ha portato la quotazione a 50,61 euro.
Resta da vedere se al sondaggio degli umori dei mercati, da parte dei top manager dei due gruppi attraverso dichiarazioni possibilistiche alla stampa internazionale, seguiranno incontri ufficiali. E non è detto che, nell'ombra, le diplomazie reciproche si stiano dando da fare approfittando anche del periodo estivo.
Tra gli analisti italiani, intanto, la convinzione più diffusa è proprio quella che il caso Fca-Renault non sia ancora chiuso. E il passaggio chiave di tutta la vicenda sarà nei prossimi mesi, a partire da settembre, quando Renault e l'alleata Nissan si siederanno al tavolo per ridiscutere e ribilanciare gli incroci azionari.
I giapponesi pretendono che la quota di Renault nel gruppo di Yokohama (43,4%) scenda e, allo stesso tempo, che il peso dello Stato francese nella Casa automobilistica di Parigi (15%) si riduca.
«E proprio qui sta il nodo da sciogliere - ricorda un analista -; il mercato crede a un riavvio delle trattative, ma le condizioni citata da Manley nella sua intervista al Financial Times non sono, allo stato attuale, mutate. Rimangono valide, in proposito, le affermazioni del presidente Emmanuel Macron al G-20 di fine giugno». In quella occasione, il capo dell'Eliseo aveva ribadito che «non c'è necessità di rivedere la struttura azionaria dell'alleanza Nissan-Renault, né tantomeno di ridurre la partecipazione dello Stato francese in Renault».
«Ma è pur vero - riprende l'analista - che, come è successo altre volte, modificare la propria idea è possibile». Per ora, comunque, le uscite di Manley e dei vertici di Renault hanno fatto bene ai titoli dei rispettivi gruppi.
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