La Fed prende tempo: «La stretta può attendere»

La Yellen: «Improbabile un rialzo dei tassi nei prossimi due vertici». Migliorano le stime sul Pil 2014: crescerà del 2,4%

La Fed prende tempo: «La stretta può attendere»

Non cambia spartito, la Federal Reserve. Nonostante le schiarite del ciclo economico, la cautela sull'evoluzione dei tassi resta un punto fermo per la banca centrale Usa guidata da Janet Yellen. Se alla vigilia della riunione di ieri appariva scontato che il costo del denaro sarebbe rimasto ancora inchiodato fra lo zero e lo 0,25%, non altrettanto ovvio era il mantenimento della locuzione con cui l'istituto di Washington, ormai da mesi, fa sapere di considerare appropriato un livello del costo del denaro basso per un «considerevole lasso di tempo». Non è questione di sfumatura lessicale, ma vera e propria sostanza che indica come anche nei prossimi mesi l'approccio di politica monetaria sarà ancora soft. Non a caso, nel comunicato che ha tirato le somme del vertice del Fomc, i governatori sottolineano di poter essere «pazienti nell'iniziare a normalizzare la politica monetaria». E la presidente Janet Yellen ha poi assicurato che il cambio di guidance «non significa un mutamento di intenzione» e che è «improbabile» che un intervento sui tassi venga deciso già nei prossimi due direttivi. Insomma: nonostante tre su sette dei componenti il board non fossero d'accordo, la stretta non è più vicina, anche se «quasi tutti i membri Fomc prevedono un aumento dei tassi nel 2015», ha detto la Yellen. Wall Street ne ha subito preso atto, accendendo i motori del rialzo, con il Dow Jones e il Nasdaq in rialzo dell'1,5%.

A consigliare prudenza è un solo elemento di disturbo, il calo dei prezzi dell'energia che mantiene l'inflazione ben al di sotto del target del 2% fissato dalla Fed. Gli Usa hanno dovuto incassare in novembre il peggior dato sui prezzi al consumo degli ultimi sei anni, un -0,3% mensile che ha colto in contropiede gli analisti. Una “gelata“ che ha costretto l'istituto centrale americano a tagliare le stime di inflazione 2014 in una forbice tra 1,2-1,3%, a fronte dell'intervallo tra 1,5% e 1,7% dello scenario previsto a settembre. Queste è l'unica nota stonata all'interno di uno scenario in miglioramento. La banca centrale ha infatti ritoccato al rialzo le stime sulla crescita 2014 al 2,3-2,4% (2-2,2% in settembre) e prevede che la disoccupazione si attesterà a fine dicembre al 5,8%, meglio del range tra il 5,9 e il 6% della stima precedente.

L'economia «continua ad espandersi a un livello moderato», spiega il comunicato, in cui si segnala un «ulteriore miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro» con progressi «solidi» e un tasso di disoccupazione più basso.

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