Dopo il brusco avvicendamento che ha portato Mattia Binotto a prendere il posto di Maurizio Arrivabene alla guida della scuderia di F1 e le voci, poi smentite dal presidente John Elkann, che davano come traballante la posizione dell'ad Louis Casey Camilleri, per Ferrari si avvicina l'appuntamento con i conti. Il 31 gennaio saranno resi noti i dati del quarto trimestre e dell'intero esercizio 2018. Per Camilleri sarà il terzo appuntamento con il mercato (il quarto se si considera il «Capital markets day» di settembre), dopo un esordio in salita proprio a ridosso della scomparsa di Sergio Marchionne.
Tra gli analisti c'è chi (Banca Akros) dai conti non si aspetta grosse sorprese, particolare invece ricorrente nell'epoca Marchionne. Sono state infatti limate le stime che indicano una crescita delle principali voci di bilancio di Ferrari a fine 2018: l'esercizio dovrebbe chiudere con ricavi stabili intorno a 3,4 miliardi, ebitda di 1,11 miliardi, ebit di 824 milioni, utile netto di 777 milioni e debito netto di 385 milioni.
Sempre Akros aggiusta il prezzo obiettivo a 110 da 112,50 euro. Il consensus degli analisti prevede 700 milioni di utile netto (537 milioni nel 2017) e un free cash flow industriale di 300 milioni. Le auto vendute nel 2018 sarebbero oltre 9mila da 8.400 del 2017. Ieri, a Milano, le azioni hanno segnato un nuovo ribasso a 96,84 euro (-1,6%). Dalla scomparsa dell'ex presidente e ad (luglio 2018), il titolo Race ha perso oltre il 19%, pur segnando un recupero nell'ultimo mese (+9,8%). A Maranello il nuovo corso con al volante l'ex Philip Morris, Camilleri, deve essere ancora metabolizzato del tutto. Non è facile, infatti, abituarsi a un modo di agire completamente diverso rispetto agli ex amministratori delegati (Jean Todt, Amedeo Felisa e soprattutto Marchionne). In casa Ferrari l'abitudine era quella di avere come capo un «uomo solo al comando» (vale anche per la lunga presidenza di Luca di Montezemolo), quindi molto accentratore. Camilleri, al contrario, è un uomo che ama consultarsi con il team, solito a trattare il prodotto dal punto di vista commerciale e sicuramente low profile rispetto al suo predecessore.
Tant'è che il suo primo vero faccia a faccia con i media è previsto al Salone di Ginevra, rassegna dove il Cavallino presenterà la prima delle novità previste nel 2019: un modello ibrido a trazione
integrale denominato, al momento, F173. La svolta full electric, invece, sembra aver subito un rallentamento. Ferrari punta a proporre un bolide che non possa essere paragonato alle supercar elettriche programmate dai rivali.
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