Fininvest-Banca Mediolanum. Il Tar Lazio rinvia all'Europa

Il Tribunale amministrativo segue il Consiglio di Stato. "Solo la Corte Ue può decidere sull'obbligo di cessione"

Fininvest-Banca Mediolanum. Il Tar Lazio rinvia all'Europa

Sarà la Corte di Giustizia Ue a decidere sulla legittimità dell'intervento con il quale la Banca d'Italia aveva imposto a Fininvest di cedere la quota in Banca Mediolanum eccedente il 9,99 per cento. Ieri il Tar del Lazio con due sentenze gemelle (la 11264 e la 11276 della Sezione II bis) ha dichiarato inammissibili il ricorso e i motivi aggiunti presentati dal gruppo presieduto da Marina Berlusconi contro Palazzo Koch per difetto di giurisdizione del giudice nazionale. Così deliberando il Tribunale amministrativo regionale non ha fatto altro che «accodarsi» alla sentenza del Consiglio di Stato.

Quest'ultimo, con la pronuncia 2890 del 2019, ha ribadito l'esigenza dell'unicità del controllo giurisdizionale, da individuare appunto in capo alla Corte di Giustizia europea, quale organo competente a valutare il provvedimento finale, unico atto in grado di produrre effetti obbligatori potenzialmente lesivi, emesso dalla Banca centrale europea.

La vicenda giudiziaria, iniziata nel 2016, riguarda una serie di ricorsi, ancora pendenti, presentati da Fininvest e dal suo fondatore Silvio Berlusconi dopo la condanna per frode fiscale, comminatagli in maniera alquanto controversa dalla Corte di Cassazione nel 2013. Nonostante Berlusconi sia stato pienamente riabilitato dal punto di vista politico sin dal 2018 (ricandidabile, è diventato eurodeputato alle elezioni del maggio scorso), quel pronunciamento ambiguo pesa ancora sul gruppo di cui è fondatore relativamente alla normativa sui requisiti di onorabilità.

Secondo quanto deciso dalla Corte di Giustizia Ue nel dicembre 2018 (causa C-219/17), sentenza richiamata oggi dal Tar del Lazio, la Banca d'Italia, nel procedimento in esame, ha compiti solo istruttori, con proposta di decisione non vincolante; titolare esclusiva del potere di decisione, infatti, è la Banca centrale europea e dunque solo la Corte Ue può esprimersi sulla legittimità della decisione della Bce.

Fininvest (che attraverso Mondadori controlla il 36% dell'editore del Giornale) è in attesa che venga fissata la data della prima udienza presso il Tribunale comunitario. Una precedente sentenza del Tar aveva comunque imposto la sospensione del provvedimento che obbligava la holding alla dismissione della quota detenuta in Banca Mediolanum fino a quando l'intero iter processuale non sia concluso.

Tale stallo ha suggerito tanto a Fininvest quanto alla famiglia Doris di non rinnovare il patto di sindacato sul 50,916% del capitale di Banca Mediolanum che pertanto lo scorso 15 settembre è scaduto.

Nonostante il lunghissimo sodalizio tra le due istituzioni fondatrici, la decisione è stata presa in attesa della definizione dei procedimenti giudiziari pendenti.

Ieri a Piazza Affari Banca Mediolanum ha guadagnato lo 0,58% chiudendo le contrattazioni a 6,91 euro.

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