Frena il caro prezzi, ma l'effetto-bolletta

Il carrello della spesa rimane a +12%. Consumatori in allarme

Frena il caro prezzi, ma l'effetto-bolletta

Scende al 10% l'inflazione a gennaio, con la frenata delle bollette. L'Istat lima la stima preliminare (era al 10,1%) confermando, nonostante il dato resti a due cifre, il «netto rallentamento» dei prezzi al consumo, che a dicembre avevano segnato +11,6% annuo, dopo il picco di +11,8% di ottobre e novembre. Su base mensile l'aumento si ferma allo 0,1% (+0,2% la stima preliminare).

Rallenta la corsa anche il carrello della spesa: la dinamica dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, si attesta infatti a +12% dal +12,6% del mese precedente (+12,2% la stima). Il dato comunque resta elevato e tiene imprese e consumatori in allarme. La discesa dell'inflazione risente, infatti, dell'andamento delle componenti più volatili dell'indice e si deve principalmente all'inversione di tendenza dei beni energetici regolamentati (che a gennaio segnano -12,0% annuo da +70,2% di dicembre), in pratica al calo delle tariffe per l'energia elettrica a mercato tutelato e il gas per uso domestico. In misura molto minore, sulla flessione incidono gli energetici non regolamentati (passati da +63,3% a +59,3%), ovvero carburanti oltre a gas e luce a mercato libero. Restano dunque diffuse le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti, tra cui gli alimentari lavorati (+14,9% annuo). Le famiglie continuano a subire l'impatto del caro-vita e la stangata sui portafogli rimane pesante: almeno 2.900 euro in più l'anno, calcolano i consumatori. «Il ribasso dell'inflazione è una mera illusione ottica dovuta al forte calo dei prezzi dei beni energetici regolamentati. La strada per riportare i listini alla normalità è purtroppo ancora lunga», sottolinea il Codacons. Così, per cercare di far quadrare i bilanci familiari, da un lato si taglia sull'acquisto dei cibi più costosi e, secondo Federconsumatori, si riduce il consumo di carne e pesce (-16,9%), frutta e verdura (scelta che riguarda il 12,9% dei cittadini) e dall'altro si va a caccia di sconti e prodotti prossimi alla scadenza (47% dei cittadini). «L'emergenza prezzi non è ancora superata. Il ribasso registrato a gennaio è un rimbalzo tecnico», afferma Assoutenti. L'andamento non è uniforme neppure a livello territoriale.

L'inflazione più marcata, indica ancora l'Istat, si registra infatti nelle Isole (+11,7%), a cui segue il Nord-Ovest (+10,0%), mentre tassi inferiori alla media nazionale si ritrovano nel Sud (+9,9%), nel Nord-Est (+9,7%) e nel Centro (+9,6%).

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