«Allora, ingegnere, ci siamo?». Giuseppe Sciarrone non nasconde l’entusiasmo per l’avvio della sua creatura: «Sì, partiremo in aprile, dopo Pasqua».
Avevate detto entro marzo?
«L’azienda è pronta, i centri accoglienza nelle stazioni, Casa Italo, sono aperti, l’organizzazione è a punto. Stiamo ultimando le verifiche sull’affidabilità dei treni».
Che cosa manca ancora?
«Va completato l’iter per ottenere il certificato di sicurezza. Ma l’avvio è ormai imminente».
Si aspetta ancora qualche colpo basso dai suoi concorrenti delle Ferrovie?
«No, contiamo su una concorrenza sana».
Nel tempo ci sono stati dispetti. Uno degli ultimi quando vi hanno fatto smantellare i banchetti promozionali nelle stazioni. Davvero pensa che d’ora in poi tutto filerà tra gentiluomini? Non c’è proprio nulla che la impensierisce?
«Sono stupito dalla tempestività con cui il Frecciarossa è stato offerto sulla Milano-Roma alla tariffa promozionale da 9 euro. Proprio adesso, guarda caso».
Una promozione eccessiva?
«Discutibile. L’avessero lanciata tre anni fa, non direi niente. Ma a ridosso della nostra partenza sembra uno sgambetto. La concorrenza serve a far diminuire i prezzi a favore dei passeggeri, ma offrire i biglietti quasi gratis non è tollerabile: è dumping».
Avete avviato azioni legali?
«Ci stiamo ragionando, ne discuteremo la prossima settimana. Si tratta chiaramente di un’azione di disturbo».
Forse dovrete aspettarvene altre. Sugli orari, per esempio, siete tranquilli? Non è che i vostri treni si troveranno partenze concorrenti negli stessi minuti e più a buon mercato?
«Gli orari sono già stati assegnati e non ci saranno sorprese».
Sul sito appaiono partenze tra Milano e Roma ogni ora.
«Sono gli orari previsti a regime. A breve comunicheremo gli orari dei primi mesi e i prezzi».
Con quanti treni cominciate?
«Sette. Le consegne di tutti i 25 treni Alstom saranno completate entro fine anno».
Perché un passeggero dovrebbe preferire il vostro Italo?
«Lo capirà provandolo. È un treno moderno, confortevole, con servizi innovativi su tre livelli. A bordo c’è la tv satellitare in diretta - siamo i primi al mondo, c’è il wi-fi gratis, un portale internet del treno, una carrozza cinema con prime e anteprime. Pranzi e cene portano la firma di Eataly».
Che cosa si aspetta dalla nuova Authority dei trasporti voluta dal governo?
«Finalmente ci sarà un arbitro indipendente (ndr: i binari sui quali viaggia Italo appartengono a Rfi, società che fa capo alla holding Ferrovie dello Stato). La liberalizzazione ferroviaria è l’unica ad aver preso avvio senza un’Autorità, cosa avvenuta invece nell’energia e nelle tlc. Il decreto, approvato al Senato e che a giorni sarà alla Camera, centra i compiti dell’organismo e credo che tutte le imprese ferroviarie, Fs comprese, saranno meglio garantite. Ora ci aspettiamo che i tre commissari siano personalità di valore. Entro giugno 2013 presenteranno la loro relazione al governo sui rischi e i vantaggi della separazione proprietaria dell’infrastruttura».
E qual è il suo pensiero?
«La creazione dell’Authority è già un segno di cambiamento. Credo che i vantaggi di una separazione siano superiori agli svantaggi».
Quali sono le vostre aspettative economiche?
«Abbiamo rifatto il business plan perché la recessione si riverbera anche sulla mobilità. Contiamo di arrivare al pareggio nel 2014, con 8 milioni di passeggeri trasportati».
Nel 2012 quanti biglietti contate di staccare?
«Due milioni».
Le ferrovie francesi, vostro azionista con il 20%, sono un partner silente o operativo?
«Sono soci di esperienza con i quali ci confrontiamo su scelte importanti. Ma, oltre a sedere nel cda, non hanno ruoli operativi».
Ci sono patti in base ai quali potrebbero farvi da paracadute?
«Assolutamente no. L’autonomia dell’azienda è totale».
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