Gas, accordo Russia-Ucraina: sventato rischio di un inverno al freddo

Grazie alla mediazione dell'Europa superato lo stallo che per cinque mesi ha bloccato le forniture

Gas, accordo Russia-Ucraina: sventato rischio di un inverno al freddo

Pace fatta, tra Russia e Ucraina, almeno sul gas. Sventato il pericolo di una nuova guerra energetica nel prossimo inverno La compagnia energetica nazionale ucraina Naftogaz riceverà da Gazprom fino a un massimo di 114 milioni di metri cubi di metano al giorno. Lo fa sapere l’amministratore delegato del gigante russo del gas, Alexiei Miller, in un’intervista all’emittente Rossia-24. Ieri sera a Bruxelles, dopo due giorni di negoziati, è stato raggiunto un accordo tra Mosca, Kiev e la commissione Ue sulle forniture di gas russo all’Ucraina, dai cui metanodotti passa circa la metà del gas russo diretto in Europa.

Kiev avrà di che far funzionare fabbriche e riscaldamento per le case sino a marzo; l’Europa, salvo ulteriori complicazioni e soprese, non dovrà temere una riduzione o il taglio del flusso di gas dalla Russia. "La responsabilità politica, la logica della cooperazione e il semplice buon senso economico hanno prevalso", ha commentato il presidente uscente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. L'intesa è stata siglata dai ministri dell’Energia russo Alexander Novak e dal collega ucraino Yuri Prodan, oltre che dal commissario Ue all’Energia Guenther Oettinger.

Il colosso russo Gazprom ottiene, come richiesto, il saldo parziale dei debiti accumulati dall’Ucraina - 3,1 miliardi di dollari (sui 5,3 richiesti) da pagare in due tranche, una nei prossimi giorni e l’altra entro la fine di dicembre - e ottiene soprattutto il pagamento anticipato delle prossime forniture, a un prezzo di "compromesso" fissato a 385 dollari per 1.000 metri cubi. Questo è stato il punto più duro da risolvere, visto che l’Ue non voleva impegnarsi in garanzie formali per i pagamenti ucraini.

Risolto per qualche mese il problema del gas, archiviato ormai il risultato delle elezioni, a Kiev si lavora per la costituzione del nuovo governo - non facile vista l’eterogeneità dei vincitori - al quale spetta il compito (non facile) di evitare che la nave ucraina affondi schiantandosi al primo scoglio. All’inizio della prossima settimana, col calendario del presidente rispettato, si potrebbero già avere le indicazioni su chi farà parte del governo e chi lo guiderà. Da una parte si fa il nome di Volodymyr Groisman, delfino di Poroschenko, dall’altra spinge lo stesso Yatseniuk per non lasciare la poltrona che ancora occupa.

Nonostante però l’ottimismo di circostanza dopo la vittoria a tutto campo delle forze europeiste, tra cui anche quella nazionalista di Oleg Lyashko, che più che europeista è antirussa, il fronte governativo ha davanti a sé una strada in salita.

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