Generali, la cura-Greco dà i primi frutti

Con Mario Greco al comando il Leone sta tornando a tirare fuori gli artigli. Al di là della metafora, i primi 9 mesi delle Generali hanno mostrato una performance caratterizzata dalla crescita in tutte le voci di bilancio.
L'utile netto è salito del 37,3% su base annua a 1,1 miliardi. I premi sono aumentati ancora raggiungendo i 51 miliardi (+1,8%) grazie al traino del segmento Danni (+4,7% a 17,4 miliardi). Il ramo Vita, invece, ha registrato un'inversione di tendenza con una raccolta netta positiva di 1,1 miliardi e una sostanziale stabilità dei premi a 33,5 miliardi (nonostante la «pulizia» dei contratti poco redditizi effettuata in Italia, Francia e Spagna), stabilità che ci si propone di confermare anche a fine anno. Il risultato operativo è stato pari a 3,3 miliardi (+9,4%), una performance leggermente superiore al consensus degli analisti nonostante il terremoto in Emilia abbia pesato per 311 milioni sul comparto Danni. Il nuovo group ceo ha ribadito che «a fine 2012 siamo fiduciosi di raggiungere un risultato superiore ai 4 miliardi» (3.9-4,5 miliardi la precedente guidance). Il solvency ratio si è portato dal 130% di fine giugno al 140% di settembre.
Insomma, i presupposti per fare bene sembrano esserci tutti. Manca solo la strategic review (il nuovo piano industriale, ndr) che sarà presentata a Londra il prossimo 14 gennaio. Ma dalle poche indicazioni già fornite, la mano di Greco si vede già. Tant'è vero che gli analisti più favorevolmente orientati verso la compagnia come quelli di Kepler e di Bofa-Merrill Lynch (entrambe hanno un buy sul titolo) vedono oggi più possibile un avvicinamento delle azioni verso soglia 15 euro e, soprattutto, vedono allontanarsi lo spettro di un taglio del dividendo o dell'aumento di capitale. Il trend negativo per i finanziari ha invece pesato ieri in Borsa (-1,21% a 12,25 euro).
Certo, tutto dipenderà da Mario Greco. «Stabilirò priorità per ogni linea di business e illustrerò l'approccio sulla posizione di capitale: capirete quello che vogliamo fare per migliorare gli utili e rafforzare il patrimonio». Questo l'annuncio della strategic review. Il nuovo direttore finanziario Alberto Minali ha confermato che «il processo di vendita di Bsi e delle attività di generali Usa sono state avviate perché non fanno parte del core business». Per la banca svizzera si pensa a un'asta. «Ogni altra vendita potenziale verrà valutata nel corso della strategic review», ha detto.
Nulla di nuovo, invece, sul fronte della put sul 49% di Ppf in mano a Petr Kellner. «Il downgrade di Moody's di luglio sulle Generali non dà automaticamente a Ppf il diritto di esercitare la put prima della scadenza nel 2014», ha spiegato Minali, mentre Greco ha puntualizzato che «dal punto di vista contrattuale la situazione è invariata e non ci sono falle nel contratto». In questa direzione si sta lavorando affinché si eviti il rimborso anticipato della linea di credito da 2,099 miliardi concessa da un pool di banche (capofila Calyon) al finanziere ceco.

Evento che porterebbe all'esercizio anticipato della put.
Il ceo ha spiegato infine che il completamento del vertice è «imminente». Si tratta del Chief operating officer e del Chief investment officer. Si dovrebbe chiudere per fine anno.

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