Generali, Greco ridisegna Italia e finanza

Generali, Greco ridisegna Italia e finanza

A un mese dal suo insediamento le prime mosse del nuovo ceo Mario Greco rivoluzionano la squadra e l'organizzazione delle Assicurazioni Generali. Tre le linee di intervento con cui il manager ex Mckinsey vuole già da subito dare un suo personale e chiaro imprinting al gruppo, con l'obiettivo, come chiesto dai grandi soci, di migliorare la redditività del Leone. In primo luogo si apre il cantiere Italia, al momento evidentemente giudicata non all'altezza delle sue potenzialità: l'attuale cfo Raffaele Agrusti sarà il nuovo Country manager, al posto di Paolo Vagnone, con «l'obiettivo di riorganizzare le attività al fine di raggiungere una maggiore profittabilità, efficienza e competitività nel principale mercato di operatività del gruppo».
Un mercato che nel 2011 ha pesato per 20,2 miliardi di premi, quasi un terzo del totale del gruppo. All'Italia fanno capo anche Alleanza Toro, Ina Assitalia, Genertel e Genertel Life, Fata e Banca Generali, con nel complesso 16.800 dipendenti degli 82mila complessivi. Agrusti rimane anche direttore generale, ruolo che ricopre dal 2004. Le nuove funzioni decise oggi diventeranno operative dopo il terzo trimestre, i cui conti saranno quindi ancora redatti da Agrusti.
La seconda rivoluzione riguarda proprio l'area finanza. Greco ha scelto di riportare nelle fila del Leone nel ruolo di Cfo, al posto di Agrusti, Alberto Minali, 47 anni, che in passato ha già lavorato con Greco in Ras ed Eurizon e che attualmente è a capo di una società di Capital Management da lui fondata. Minali avrà un ruolo più simile a quello previsto dagli standard internazionali per l'incarico di Cfo con funzioni focalizzate sulle aree di bilancio, fiscale, controllo e pianificazione strategica, M&A, investor relations e sulla funzione attuariale di gruppo. E così la gestione degli investimenti finanziari e immobiliari che prima riportavano al cfo ora passa direttamente al ceo.
Infine, nasce una nuova funzione internazionale per i clienti corporate che verrà presa in mano da Vagnone, attuale country manager (dal 2011). Il suo compito sarà di sviluppare un'unica piattaforma organizzativa e operativa che possa sviluppare il business a livello internazionale garantendo un servizio completo ai clienti commercial e corporate. Ed è solo l'inizio. Si tratta solo di un «primo passo di un più ampio programma di ristrutturazione organizzativa», fa notare Trieste. Ad approvarlo è stato ieri mattina il comitato esecutivo del gruppo riunitosi a Milano. Presente anche il vice presidente Vincent Bollorè.
Ma mentre il Leone cambia rotta rispetto alla gestione Perissinotto proprio come voluto da alcuni grandi soci, il suo azionista di maggioranza relativa Mediobanca è alle prese con la gestione degli eventi che hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati l'ad Alberto Nagel “inciampato” sul “papello” Ligresti.

Ecco che Bollorè con l'occasione ha approfittato per una breve visita in Piazzetta Cuccia dove avrebbe ribadito il proprio sostegno ai vertici dell'istituto. Da Cernobbio, dove si sta svolgendo il meeting Ambrosetti, anche il numero uno di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha assicurato che «i soci sono a fianco dell'ad dell'istituto di Piazzetta Cuccia».

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