È già scontro in Grecia sulla nuova austerità

Salta l'Eurogruppo di oggi. Tsipras chiede un summit dei capi di Stato e di governo Ue, ma Schaeuble dice no. Soffre la Borsa di Atene (-2,5%)

Quando in ballo c'è la Grecia, è fortissima la sensazione del dejà vu, di una circolarità folle, da gioco dell'oca in cui tutto è destinato a tornare al punto di partenza. Della sofferta intesa della scorsa estate resta in piedi un'impalcatura pericolante, messa a rischio dalle rinnovate tensioni fra Atene e i creditori sulle cosiddette misure di contingenza, quelle destinate a scattare in modo automatico se non venisse centrato l'obiettivo di un surplus di bilancio del 3,5% nel 2018. Tradotto in soldoni, per il Paese si tratterebbe in un pacchetto di interventi supplementari del valore di 3,5 miliardi di euro, da sommare a quello già messo in cantiere da 5,4 miliardi. Il portavoce del presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha indicato ieri che «occorre più tempo» per una soluzione, ragion per cui la riunione dell'Eurogruppo di oggi non è stata neppure convocata.

Segno di tensioni difficili da mascherare, e anzi venute prepotentemente a galla non appena il premier ellenico, Alexis Tsipras, si è visto opporre un secco «nein» dal ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, alla richiesta di un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea. Non è la prima volta che il leader di Syriza prova a spostare le trattative sull'asse politico, bypassando quindi la Troika. Del resto, Tsipras sa di rischiare una sonora bocciatura in parlamento, dove ha una maggioranza assai risicata (non più di 5-6 voti), se dovesse presentare l'ennesimo piano all'insegna dell'austerità. Lo snodo è dunque delicato, e la Borsa greca ha subito fiutato l'aria che tira chiudendo con un -2,5% (dopo un picco di -4%); in ginocchio le banche (Eurobank è crollata dell'11%, Alpha di oltre il 5%), alle prese con una rinnovata emorragia dei depositi, scesi in marzo di 210 milioni di euro.

L'intransigenza di Schaeuble è peraltro giustificata. Mettere in agenda un Eurosummit significherebbe mandare un messaggio inequivocabile, ovvero che la rottura è vicina. Ad Atene si sono invece moltiplicate ieri le riunioni della Troika, più il fondo salva-stati Esm, con le autorità elleniche nel tentativo di trovare una quadra. Il clima è però invelenito dalle accuse rivolte al Fondo monetario internazionale da un portavoce dell'esecutivo ellenico, secondo cui le richieste del Fmi «minano gli sforzi tanto del governo greco quanto delle istituzioni europee. L'ossessione dell'Fmi - ha aggiunto - è confermata dal rifiuto di accettare le proposte del governo greco di istituzionalizzare un meccanismo di correzione finanziaria».

Atene prova insomma ad opporsi

alle clausole automatiche, ma un precedente in materia c'è ed è proprio quello dell'Italia, che ha inserito un aumento preventivo dell'Iva per 15 miliardi nel 2017 in caso di mancato raggiungimento dei target di bilancio.

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