Giovannini: "Col piano lavoro -2 punti di disoccupazione giovanile"

Con le nuove misure, spiega il ministro Giovannini, un forte impatto sui disoccupati tra i 18 e i 29 anni. Confindustria: 700mila posti in meno dal 2007

Giovannini: "Col piano lavoro -2 punti di disoccupazione giovanile"

L'obiettivo dichiarato è la creazione di 200mila posti di lavoro, da destinare ai giovani. Per questo il Consiglio dei Ministri ha varato ieri un pacchetto che vale 1,5 miliardi di euro, per la creazione di possibilità d'impiego da destinare a chi è "giovane, senza un lavoro regolare" o "non possiede un titolo di studio di scuola superiore". Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha spiegato ieri sera, durante l'Otto e mezzo di Lilli Gruber, che per accedere agli aiuti basterà soltanto una di queste caratteristiche.

Oggi il ministro è tornato sul tema della disoccupazione giovanile, sottolineando a Radio Anch'io che le misure approvate potrebbero portare fino a una riduzione del 2% nella fascia d'età che va dai 18 ai 29 anni, per i Neet, ovvero coloro che non stanno seguendo un corso di studi ma non lavorano e neppure cercano un impiego.

Il ministro ha sottolineato anche i segnali positivi che arrivano dal Prodotto interno lordo, fronte dove non è escluso "un possibile recupero nella seconda parte dell'anno". Alla ripresa - nonostante la recessione abbia colpito duramente nell'ultimo trimestre - contribuiranno "il pagamento dei debiti della PA", il decreto del Fare e quello "approvato ieri". Per il governo rimane comunque prioritario il tema del lavoro: "Dal suo insediamento ha fatto interventi in termini monetari al di là del dl Fare per 2,5 miliardi sul lavoro".

Meno ottimistiche le stime del Centro studi Confindustria, secondo cui la disoccupazione non smetterà di crescere fino al secondo semestre del 2014. Il prossimo anno il dato toccherà il 12,6%. Dall'ultimo trimestre del 2007 al primo del 2013, spiega lo studio, 700mila persone hanno perso il lavoro, quasi la metà nell'ultimo anno.

Nonostante i numeri poco confortanti, gli industriali restano però convinti che "i provvedimenti allo studio del governo e gli impegni presi in sede europea vanno nella giusta direzione".

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