I pesi massimi dell'impresa italiana sono ormai sempre più a controllo pubblico o estero. È questo quanto emerge dalla 53ma edizione del rapporto dell'area studi Mediobanca sulle «Principali società italiane» realizzato analizzando i bilanci 2017 di 3.470 aziende tricolori. Delle prime venti società per fatturato, equamente suddivise a livello settoriale tra comparto energetico, servizi e manifatturiero, sette sono a capitale pubblico e altrettante sono controllate da investitori esteri, mentre le grandi famiglie industriali tricolori o vendono o si ritagliano posizioni nel capitale più defilate grazie a partnership con gruppo stranieri. Resistono quelle capitanate dalle famiglie industriali italiane: Fca al quarto posto grazie a 28,6 miliardi di fatturato; al sesto posto Edizione, la finanziaria della famiglia Benetton con un giro d'affari di 12,1 miliardi; all'ottavo posto con 9,2 miliardi di ricavi Luxottica, l'impresa fondata da Leonardo Del Vecchio convolata a nozze con la francese Essilor; la Saras dei Moratti al sedicesimo con un giro d'affari di 6,7 miliardi e Salini Impregilo, al ventesimo con 5,9 miliardi di vendite.
Il podio si conferma identico a quello dell'esercizio precedente ed è caratterizzato dalla predominanza del settore energetico con Enel al primo posto grazie a un giro d'affari di 73,5 miliardi, seguita da Eni con 66,9 miliardi di ricavi e Gse (il Gestore di servizi Energetici) con 31,4 miliardi di euro di fatturato. Le novità nella Top20 sono solo due: Salini Impregilo, che ha scalato due posizioni e Wind Tre che ne ha conquistate ben 32 e, grazie a un giro d'affari di 6 miliardi, ha raggiunto il diciannovesimo posto. Enel è poi campione anche sul fronte degli utili annuali (3,77 miliardi, marcata stretta da Eni con 3,37 miliardi di profitti) e biennali (6,34 miliardi, seguita a distanza dai 2,9 di Telecom Italia), ma occupa anche il primo posto tra le società più indebitate con un'esposizione di 51,3 miliardi pari a una volta i mezzi propri del gruppo, seguita da Telecom (con 30,9 miliardi) e da Eni (con 24,7 miliardi). Wind Tre tuttavia ha 12 miliardi di debiti, in calo ma pari 7,3 volte i mezzi propri. Sul fronte occupazionale Poste Italiane rimane stabile al primo posto con oltre 138mila impiegati, seguita da Luxottica con 85mila e da Ferrovie dello Stato con oltre 74mila dipendenti.
Podio stabile anche nell'ambito bancario anche se la distanza tra i primi due colossi si fa sempre più stretta: UniCredit con 833 miliardi di attivo tangibile; Intesa Sanpaolo (con 789 miliardi) e Cdp (con 367 miliardi).
Lo studio di Mediobanca evidenzia poi il costante miglioramento della situazione creditizia e patrimoniale con l'incidenza dei crediti deteriorati scesa al 7,6% dei crediti verso la clientela, dal 9,8% del 2016 e dall'11,3% del 2015. Per quanto riguarda le assicurazioni, Generali si conferma al primo posto, con premi lordi totali (66,4 miliardi) superiori a quelli delle altre nove società nella top ten messe insieme.
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