Tra una bacchettata agli euro-rottamatori e un nuovo invito a fare le riforme, davanti all'Europarlamento Mario Draghi ha infilato ieri un passaggio che, con buona probabilità, ha messo in preallarme le banche italiane. «Il debito sovrano sarà stressato come ogni altra categoria nei bilanci delle banche», ha detto il presidente della Bce. Insomma, anche i circa 396 miliardi di euro di bond in pancia ai nostri istituti finiranno sotto la lente dell'Eurotower durante l'asset quality review e sotto quella dell'Eba (l'Authority europea del credito) in occasione degli stress test.
Se è vero che il dettaglio fa la delizia dell'intenditore, in questo caso manca un particolare fondamentale. E cioè, come i Btp, Bot e Cct saranno valutati quando arriverà il giorno del giudizio. La questione è centrale: un conto è attribuire al debito sovrano rischio zero, ben altro è caricarlo di penalità, come peraltro già avvenuto in occasione degli stress test del 2011. Con l'effetto di far salire la febbre da spread.
Draghi ha rimandato la palla nel campo del Comitato di Basilea, cui spetta «un compito globale che sarà discusso al momento opportuno», dando l'impressione di voler evitare prese di posizione tali da offrire il destro ad accuse di imparzialità. In Germania, per esempio, c'è il sospetto che dietro la rivalutazione delle quote di Bankitalia vi sia la regia occulta del numero uno della Bce. Del resto, se da un lato il governatore Ignazio Visco è convinto che i futuri assetti di via Nazionale non daranno «un beneficio alle banche in termini di patrimonializzazione» durante l'analisi della Bce, dall'altro il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, fa notare che la rivalutazione «aiuterà negli stress test e nella fase successiva quando potrebbero emergere deficit patrimoniali».
È evidente che la partita si gioca sul piano politico e che una soluzione dovrà uscire da una negoziazione complessiva. Se la Germania spingerà per mettere sulla graticola i Btp e i i bond francesi, l'Italia e la Francia chiederanno criteri altrettante restrittivi per le banche dei Laender tedeschi. Un compromesso, insomma, si dovrà trovare.
Resta da vedere come si muoverà la Bce. Secondo il Financial Times, Francoforte starebbe valutando la possibilità di chiedere alle banche di creare un fondo in cui accantonare capitali per far fronte all'esposizione in titoli di Stato. Le regole del Comitato di Basilea sono però chiare: le singole autorità hanno la possibilità di decidere se i bond devono essere considerati risk free oppure no. Sia se si utilizza il cosiddetto modello Irb (dove, per semplificare, sono le banche a valutare tramite dei parametri le probabilità di default), sia quello Standard, dove solo i titoli con rating tripla A sono considerati esenti da rischi, ma è comunque possibile valutare a rischio zero i titoli di Stato. Questi criteri, secondo alcuni, saranno adottati dalla Bce, ma non dall'Eba. Anche perchè, rispetto all'esperienza dell'ottobre 2011, oggi il quadro è cambiato e l'applicazione di valori di mercato (mark to market) avrebbe un impatto minore sui requisiti di capitale delle banche grazie alla discesa dei differenziali di rendimento.
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