Le incognite dell'economia dopo la vittoria di Obama

Il secondo mandato di Obama da presidente si apre in uno scenario economico che resta bloccato da grandi incertezze sui conti pubblici statunitensi, dal rallentamento della crescita globale e da carenze nella regolamentazione finanziaria

Mentre le borse europee salutano la conferma di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti, il suo secondo mandato da presidente si apre in uno scenario economico che resta bloccato da grandi incertezze sui conti pubblici statunitensi, dal rallentamento della crescita globale e da carenze nella regolamentazione finanziaria.

Negli ultimi mesi l’economia Usa ha mostrato segni di miglioramento, la disoccupazione è tornata sotto l’8% della forza lavoro mentre il settore immobiliare e gli acquisti di automobili stanno ripartendo.

Tra i gestori di fondi d’investimento la preoccupazione maggiore sugli Usa è tuttora quella relativa alla possibilità che la nuova amministrazione riesca a raggiungere al Congresso un accordo per evitare il "precipizio fiscale" costituito da oltre 600 miliardi di dollari in aumenti di tasse e tagli di spesa che rischiano di scattare automaticamente in gennaio sostituendoli con altre misure economiche.

L’esito delle trattative parlamentari per evitare il fiscal cliff appare d’altronde cruciale per le decisioni delle aziende Usa. "Molte imprese - ha spiegato al Wall Street Journal James Meil, capo economista dell’azienda di macchinari industriali Eaton di Cleveland, Ohio - stanno tenendo fermi gli investimenti, le assunzioni e la stessa
formulazione dei piani indistriali 2013 aspettando di vedere cosa succede al precipizio fiscale". "Ciò di cui stiamo parlando - aggiunge l’economista di Harvard Kenneth Rogoff - è il seguente argomento: ci vorranno 4-5 anni per tirarci fuori da questa situazione? O 10-12 anni?. Nulla ci tirerà fuori in uno o due anni, sarebbe veramente un miracolo. Ma la buona politica può farlo accadere più velocemente". Allen Sinai, capo economista alla Decision Economics prevede che, in assenza di soluzioni sul fiscal cliff gli Usa ripiomberanno in recessione nel 2013. E aggiunge che se invece il precipizio fosse evitato, ma Congresso e presidente non riuscissero a ridurre il deficit federale a lungo termine allora la crescita del Paese sarebbe limitata al 2-2,5% annuo, un incremento che non riuscirebbe a ridurre significativamente la disoccupazione per anni.

Sul versante della politica monetaria, prevede il Wall Street Journal, Obama probabilmente godrà dei benefici di uno scenario con tassi d’interesse straordinariamente bassi per qualche anno. La Federal reserve, infatti, ha recentemente annunciato di prevedere il mantenimento di tassi vicinoi allo zero fino alla metà del 2015 e sta comprando grandi ammontari di titoli di Stato e di obbligazioni legate a mutui per tenere sotto controllo anche i tassi a lungo termine.

Ma Bernanke resterà presidente della fed fino al gennaio 2014. E molti dei suoi amici hanno detto di prevedere che il banchiere centrale al termine del suo mandato si dimetterà mentre Obama ancora non ha fatto capire chi potrebbe rimpiazzarlo.

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