Economia

Intercos si quota in Borsa. Le matricole alla finestra

Per il gruppo dei cosmetici Ipo entro il mese. Ferrari tiene il controllo, il voto maggiorato

Intercos si quota in Borsa. Le matricole alla finestra

Dopo innumerevoli sussurri e altrettanti tentativi poi archiviati di approdare in Borsa, alla fine Intercos ha rotto gli indugi e ha annunciato lo sbarco in Piazza Affari. Il colosso della cosmetica con quasi 50 anni di storia alle spalle, 680 clienti internazionali, 15 stabilimenti produttivi e 5.200 risorse, ha comunicato ieri di voler avviare il processo di quotazione sull'Mta già entro ottobre.

Si tratterà, secondo quanto riferito dall'azienda, di un'Opvs, ovvero di una offerta di nuovi titoli per 60 milioni di euro e la messa in vendita di altre azioni da parte «di alcun attuali azionisti della società», in particolare da parte di Cp7 Beauty LuxCo, società controllata da L Catterton, The Innovation Trust e da Ontario Teachers Pension Plan Board.

Dario Ferrari, fondatore e numero uno dell'azienda, manterrà comunque il controllo del gruppo «anche attraverso l'adozione del voto maggioritario». I proventi dell'aumento di capitale saranno infine destinati a «finanziare lo sviluppo e la crescita». Maggiori dettagli saranno contenuti nel prospetto anche se alcune indiscrezioni di mercato parlano di un flottante di almeno il 35% del capitale per garantire l'accesso allo Star, mentre per quanto riguarda la valutazione del gruppo tutto tace (nel corso dell'ultimo tentativo di Ipo di inizio 2020 si parlava di una operazione da 1,5 miliardi).

Intercos opera per conto terzi in modo trasversale: rossetti, mascara, smalti ma anche creme corpo e prodotti per capelli. La società ha chiuso il 2020 con un giro d'affari pari a 606,5 milioni, un margine operativo lordo di 86,95 milioni, un utile netto di 37,95 milioni e un debito netto di 193,9 milioni. Ma il mercato è ricco e in espansione: il beauty vale infatti oltre 417 miliardi con un tasso di crescita atteso fino al 2024 al 7% annuo.

Le sale operative guardano con attenzione all'esito dell'offerta Intercos che, insieme all'euforia post pandemia e all'avvio Pnrr, potrebbe rivitalizzare l'asfittico mercato italiano (nel 2020 l'Mta ha registrato una sola quotazione, nel 2021 tre) convincendo anche altre società a organizzarsi per il debutto.

Oltre all'Ipo delle rinnovabili di Eni, in rampa di lancio potrebbero esserci evergreen come Giochi Preziosi, Epta, Linkem, oltre a Rina (Registro Italiano Navale), Generalfinance controllata al 53% da Massimo Gianolli e partecipata per il restante 47% dal Creval (ora Cai Italia), le protesi ortopediche di Lima Corporate, Oregold e alcuni osservati speciali come Sisal e Golden Goose.

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