Intesa, cedolone da 1,2 miliardi E per i fondi c'è l'opzione Borsa

Intesa, cedolone da 1,2 miliardi E per i fondi c'è l'opzione Borsa

Pioggia di dividendi in arrivo per gli azionisti di Intesa Sanpaolo che riceveranno in tutto cedole per 1,2 miliardi, una cifra superiore del 20% rispetto a quanto preventivato dal piano industriale (pari a 7 cent per i titoli ordinari e 8,1 cent per quelli risparmio dai 5 versati sul 2013). E l'anno prossimo andrà anche meglio. Carlo Messina, ceo del gruppo, conferma infatti il target di un monte cedole sul 2015 a 2 miliardi. Piazza Affari apprezza: il titolo ha chiuso a +4% a 2,59 euro.

Più in dettaglio, nel 2014 la Ca' de Sass è tornata all'utile, dopo il rosso di 4,55 miliardi registrato nel 2013 a causa delle ingenti svalutazioni effettuate in vista degli stress test, e ha migliorato la solidità patrimoniale (il common equity ratio pro forma Basilea 3 è salito al 13,2% dal 12,3% del 2013). Al di là, comunque, del mero dato sull'utile netto, come scrive Vincenzo Longo di Ig, gli operatori sono rimasti colpiti dal recupero della redditività. Il gruppo ha chiuso l'anno con un utile contabile di 1,25 miliardi (1,69 l'utile effettivo su cui hanno pesato due poste straordinarie), una gestione operativa di 8,345 miliardi (+5,1%) e proventi operativi per 16,89 miliardi (+4%). Riflettori accesi sul buon andamento degli interessi netti (8,37 miliardi, +3,3%) e, ancor di più, sulla performance delle commissioni a quota 6,775 miliardi (+10,5%), registrando il livello più elevato dal 2007. Sotto controllo i costi (il rapporto cost/income si è attestato a 50,6%). Quanto infine al nervo scoperto del settore bancario, i crediti in sofferenza, nel 2014 Intesa ha registrato un ammontare di 14,178 miliardi dai 12,899 del 2013 con una copertura tuttavia salita al 62,7% (dal 62,5%). «A beneficiare di questa significativa performance - dice Messina - sono tutti gli stakeholder del gruppo: gli azionisti che ricevono 1,2 miliardi; famiglie e imprese a cui la banca ha erogato circa 34 miliardi di credito a medio e lungo termine; i dipendenti, con una spesa per il personale pari a 5,1 miliardi e il settore pubblico con imposte versate pari a 2,7 miliardi». Quanto al futuro gli obiettivi sono ben chiari: proseguire con la crescita dei ricavi e della gestione operativa e, allo stesso tempo, con la riduzione del costo del rischio, senza distrazioni. Messina, infatti, esclude di partecipare sia alla costituzione della chiacchierata bad bank di matrice pubblica (salvo che il Tesoro prospetti significative attese di recupero) sia al consolidamento domestico del settore generato dalla riforma delle popolari. «È un tema su cui ho interesse zero», liquida l'argomento Messina, sottolineando invece di vedere nell'integrazione tra le popolari e nella conseguente riduzione del numero delle filiali, un'occasione unica per Intesa di aumentare clienti e ricavi soprattutto nel redditizio private banking.

Proprio nel private banking e nell'asset management potrebbero esserci le uniche concessioni alla finanza straordinaria. Messina, infatti, accenna alla possibilità di una quotazione separata degli asset, ma al momento non vi è nulla di deciso.

Intesa Sanpaolo ha erogato 34 miliardi di credito a medio e lungo termine a imprese e famiglie

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica