Mal comune mezzo gaudio con un retrogusto che sa di ritorsione politica. Il ministro dell'Economia greca Yanis Varoufakis è andato all'attacco, sostenendo di aver saputo da «funzionari italiani» che anche la Penisola «è a rischio bancarotta ma teme ritorsioni da parte della Germania» di Angela Merkel. Immediata la risposta del ministro dell'economia italiano Pier Carlo Padoan. Su Twitter il titolare del Tesoro ha detto che «il debito italiano è solido e sostenibile», quindi le parole di Varoufakis sono «fuori luogo».
In una lunga intervista andata in onda ieri sera a Presadiretta , il ministro ellenico senza cravatta ma con il cappotto di pelle nera, ha posto altri inquietanti interrogativi sulla tenuta dei nostri conti pubblici. «A chi toccherà dopo la Grecia? Che succederà quando l'Italia scoprirà che è impossibile restare all'interno dell'austerity?» - ha detto Varoufakis, bollando come «insostenibile» il debito italiano.
Il problema è che il ministro dell'economia greca, in coppia con il neo primo ministro Alexis Tsipras, la scorsa settimana aveva fatto un giro delle capitali europee, sperando di trovare sostegno alla rinegoziazione del debito di Atene da parte dell'Europa. Ma dato che anche Roma ha prestato alla Grecia 40 miliardi, la prospettiva di cancellarne anche soltanto una parte non ha riscosso l'adesione sperata. Così a Varoufakis è rimasta ieri l'arma della dialettica. «L'intera Europa è coperta da una nube di paura. Stiamo correndo il rischio di diventare peggio dell'Unione sovietica - ha detto- Noi greci non abbiamo il monopolio della verità, ma quello che possiamo fare, per l'Europa e per l'Italia in particolare, è aprire un piccolo varco verso la verità».E se l'ex presidente della Fed, Alan Greenspan, si è detto convinto che la Grecia «lascerà» la moneta unica il ministro Padoan si è smarcato da Atene, rimarcando che «servono soluzioni a livello europeo che richiedono fiducia condivisa e il governo italiano sta lavorando a questo».
Sempre ieri sera Tsipras, nel presentare il suo programma al Parlamento ellenico, ha assicurato che «tutte le promesse elettorali saranno mantenute». In sostanza la Grecia non chiede un prolungamento del piano di salvataggio concordato con la Troika (Bce-Ue-Fmi) ma un programma ponte per avere il tempo di onorare i suoi debiti. «Atene vuole negoziare non più con la Troika ma con gli altri membri dell'Unione europea per definire i mezzi tecnici» per saldare i suoi debiti - ha detto Tsipras, annunciando che il debito greco ha superato il 180% (era al 175%). Il primo ministro dunque spera che la negoziazione con i politici sia più «soft» rispetto a quella con i tecnici anche se non può ingnorare, come detto da più parti, che in realtà si tratta della stessa cosa in quanto il prestito alla Grecia è fatto dagli Stati europei. Quanto alla promessa di onorare le promesse elettorali perché si tratta di una questione «d'onore e di rispetto», non è certo chiaro come Tsipras potrà farlo visto il rifiuto di trattare con la Troika e con l'imminente scandenza del piano di salvataggio, il 28 febbraio. Tra le promesse fatte c'era la riassunzione di tutti i dipendenti pubblici licenziati, l'innalzamento del salario e delle pensioni minime e il ritorno al pagamento delle tredicesime. Come previsto dunque Atene si presenterà alla riunione dell'Eurogruppo di mercoledì prossimo ferma nella propria posizione di chiedere un programma-ponte sufficiente per lavorare con i partner e raggiungere un'intesa «per il bene di tutti». Per raggiungere lo scopo Tsipras si è spinto a dire di essere pronto a richiedere i danni di guerra proprio alla Germania.
Un aiuto potrebbe venire degli Stati Uniti.
La Casa Bianca sta infatti aumentando il pressing perchè l'Ue trovi un compromesso con il nuovo governo di Atene, onde evitare che una crisi prolungata danneggi l'economia globale. Insomma la situazione è molto complicata. Questa mattina sapremo il responso delle Borse, preoccupate anche dalle crescenti tensioni tra Russia e Ucraina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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