Torna un po' di luce sul mercato dell'auto italiano, ma il dato positivo (+1,5%) di aprile, tra l'altro primo mese con il sistema bonus-malus a regime, non deve trarre in inganno. «Sul risultato - spiega Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) - l'apporto degli incentivi incide in modo modesto. Il mese ha beneficiato di un giorno lavorato in più che vale circa il 4,5% del totale immatricolato». C'è poco da illudersi, quindi, di una ripresina in atto. «Al netto dell'effetto calendario - precisa Quagliano - il dato del mese scorso sarebbe stato in calo, in linea con i risultati del primo trimestre che, come è noto, si era chiuso con un calo del 6,5%, mentre nel quadrimestre la contrazione si è ridotta a -4,6%». Prudente nel commentare i dati sulle immatricolazioni è anche Adolfo De Stefani Cosentino (Federauto): «Il dato quadrimestrale - afferma il presidente dei concessionari - fotografa correttamente lo stato di salute del settore che, a sua volta, si riflette in un andamento dell'economia tra recessione, stagnazione e crescita modestissima».
Il 14 maggio, in occasione del «Dealer Day» di Verona - al quale interverrà anche il vicepremier Matteo Salvini - Anfia, Unrae e Federauto lanceranno, in una conferenza stampa, un vero allarme vista la gravità della situazione e l'urgenza di intervenire con provvedimenti razionali.
In questo scenario con più ombre che luci, le auto elettriche, premiate dal bonus, sono comunque più che quadruplicate nel mese (1.200 unità) toccando la quota record dello 0,7%. «In circa 20 giorni - fa sapere Paolo Scudieri, presidente di Anfia - le prenotazioni di questi veicoli, tra elettrici e ibridi ricaricabili, hanno prodotto un dimezzamento delle risorse stanziate dal ministero dello Sviluppo economico». A soffrire, invece, è sempre il diesel: la domanda di vetture a gasolio è scesa, in aprile, del 22% (-24% da gennaio).
Fca, dal canto suo, continua a faticare a ritrovare lo smalto. In aprile, il gruppo ha ridotto le vendite del 4,15% (-13,7% da inizio anno). La quota mercato è ora pari al 25,4%, dal 26,9% di un anno fa. Ad Alfa Romeo (-49,9%), in particolare, non basta il lancio della rinnovata Giulietta per frenare l'emorragia di vendite; occorre accelerare il più possibile l'uscita del nuovo modello (Tonale) prevista solo il prossimo anno.
Non bene, Fca, anche nel suo mercato più importante, gli Usa. A fronte di un calo complessivo del 2,3%, il Lingotto è arretrato del 6,1% (-3,9% da gennaio). Unico marchio con il segno più è Ram (+24,9%), negativi tutti gli altri, tra cui Jeep (-7,6% e -7% nei 4 mesi)). Preoccupata la Borsa: -1,34% col titolo a 13,55 euro
Gli azionisti di Fca, intanto, si apprestano a intascare la super cedola da 2 miliardi grazie al perfezionamento dell'acquisto di Magneti Marelli da parte di Ck Holdings, la holding di Calsonic Kansei, importante fornitore giapponesi di componenti per
veicoli. Al Lingotto spettano quindi 5,8 miliardi, cifra un po' al di sotto di quella inizialmente pattuita (6,2 miliardi) a causa della mutata posizione finanziaria della società. L'extra dividendo sarà pagato il 30 maggio.
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