L'onda Trump fa bene a Fca. Il mercato punta sulla svolta

Analisti ottimisti nonostante i cali delle vendite negli Usa di fine 2016. Favorite le alleanze o nuovi spin-off

L'onda Trump fa bene a Fca. Il mercato punta sulla svolta

Venti di ottimismo sul settore automobilistico. E se fino a poco tempo fa Donald Trump era visto da molti come una iattura per gli Usa, ora le attese sul nuovo presidente sono completamente cambiate. In proposito, i primi segnali positivi potrebbero arrivare dall'industria delle quattro ruote che la prossima settimana mostrerà i suoi muscoli all'Auto Show di Detroit.

Sotto i riflettori c'è soprattutto Fca, reduce Oltreoceano da un finale d'anno deludente: tre mesi consecutivi con il segno meno (-10% in dicembre negli Usa e -11% in Canada, rispetto a un 2016 stabile con oltre 2,256 milioni di modelli venduti nel suo mercato più importante). Risultati, questi, che le banche d'affari non considerano comunque preoccupanti, a partire da Mediobanca: «L'avvento di Trump - si legge nell'ultimo report - rinvigorirà Fca; in dicembre la fiducia degli americani è migliorata oltre le attese». In Piazzetta Cuccia intravedono anche una ripresa del discorso alleanze e fusioni sull'onda del cambio della guardia alla Casa Bianca e della rivoluzione tecnologica che il settore sta affrontando (in questi giorni il Ces di Las Vegas è la vetrina mondiale delle novità su connettività, guida autonoma e tanto altro). Il mercato, inoltre, continua a scommettere su possibili operazioni straordinarie da parte di Fca alla luce della svolta hi-tech appena descritta che potrebbe, secondo Mediobanca, «portare a una separazione dei marchi di massa da quelli premium (cioè Maserati e Alfa Romeo)», ipotesi riportata dal Giornale nei giorni scorsi. «È tornato l'interesse speculativo sul titolo Fca (+0,71% a 9,25 euro ieri) - dice Banca Akros - per via dei nuovi rumors. E per quanto riguarda il calo registrato negli Usa, può essere letto come una scelta che ha voluto privilegiare nell'ultimo trimestre del 2016 la marginalità piuttosto che i volumi». Resta comunque quel -6,4% registrato in dicembre da Jeep, marchio forte del gruppo: dai dati d'inizio anno si capirà se il calo è da interpretare come un «incidente» di percorso oppure se rappresenta un campanello d'allarme.

Ottimista su Fca è anche Roberto Russo, ad di Assiteca Sim: «Il mercato Usa sarà favorevolmente influenzato dall'esecuzione del programma elettorale di Trump, basato su una forte riduzione della pressione fiscale e una minore regolamentazione del settore». Russo mette in conto anche i segnali di ripresa, dopo due anni difficili, in arrivo dal Brasile. «Fca - aggiunge - nonostante il forte rialzo degli ultimi tre mesi presenta ancora multipli a sconto rispetto ai principali player americani, grazie alle buone performance che sta realizzando anche nelle altre aree».

Nel 2016 le vendite di auto negli Usa sono salite dello 0,3% a 17.539.052 di unità, altro anno record dopo il 2015. Leader del mercato è stata Gm (3.045.

775), seguita da Ford (2.599.849), Toyota (2.449.630) e Fca (2.256.849). Il Gruppo Volkswagen continua a pagare, in parte, il Dieselgate: vendite giù del 2,6%. Male Vw (-7,6%); positive Audi (+4%), Porsche (+4,9%) e Lamborghini (+2,3%).

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