Il lusso resta un antidoto alla crisi. L’ultima conferma arriva da un marchio icona dell’eleganza come Hermès, che ha visto nel 2011 una crescita record dell’utile: 594,3 milioni, più 40%, la migliore performance da quando il gruppo è stato quotato in Borsa. Tanto che si annuncia un dividendo di 7 euro e il titolo è volato oltre il 3 per cento. Certo, a favore del risultato ha giocato anche la plusvalenza relativa alla cessione della partecipazione nella griffe Jean-Paul Gaultier: ma è solo l’ultima tappa di un percorso ormai consolidato, che ha portato il marchio, in due anni, a un profitto più che raddoppiato rispetto ai 288,8 milioni del 2009.
Ma non è l'unico caso. Dal mondo della moda a quello dei motori, le vendite di tutti i beni di alta gamma sono in crescita, grazie soprattutto ai Paesi emergenti, gli ormai famosi Bric, ossia Brasile,Russia, India e Cina. Non a caso Prada, uno dei simboli del lusso italiano, ha appena inaugurato a Mosca il più grande negozio di tutto il Paese, quasi 1.500 metri quadrati.
D’altronde, per le signore russe è l’Italia a dettare la moda in fatto di scarpe, con il 60% del mercato nel settore lusso, e lo stesso sta accadendo in Cina, dove il made in Italy sta conquistandosi spazi sempre maggiori. Proprio qui Ferragamo, che della calzatura di lusso ha fatto un’arte, ha focalizzato maggiormente gli sforzi nell’ultimo periodo, aprendo negozi e stringendo accordi commerciali: risultato, una crescita del 44% in terra cinese, grazie alla quale, nel suo primo bilancio da quotata, la società ha sfiorato il miliardo di ricavi totali. Ma il lusso corre anche sulle quattro ruote: è il caso della Ferrari, dove per la prima volta il fatturato ha superato i due miliardi. Il 2011 è stato un anno d’oro anche per Lamborghini (+19% il fatturato) e addirittura il migliore della storia per Porsche, che ha realizzato 11 miliardi di fatturato (+18%) e un risultato operativo pari a due miliardi, il 22% in più rispetto al 2010. Anche per la casa di Zuffenhausen hanno contribuito in modo decisivo il mercato cinese e russo. E la tendenza è destinata a durare: secondo l’ultimo studio della Fondazione Altagamma, per il settore il 2012 sarà di segno positivo, con una crescita moderata in Nordamerica ed Europa ma a doppia cifra in Asia. Tanto più che, ormai, il lusso ha tante declinazioni, anche di prezzo, non necessariamente in antitesi le une con le altre.
Così, il successo dell’ultima edizione di Baselworld - il più importante evento mondiale per orologeria e gioielleria - dove in due giorni è stato venduto il pezzo più costoso, un Hublot da 5 milioni di dollari, si spiega con la stessa voglia di esclusiva che spinge a mettersi in fila per il nuovo iPad, oggetto del desiderio da New York all’Australia.
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