Sgravi fiscali per i redditi bassi e per le piccole imprese, salari minimi orari più alti, sussidi sociali per le famiglie con figli e congelamento dei prezzi dei carburanti per 90 giorni. Sono queste alcune delle misure che il presidente argentino, Mauricio Macri, intende introdurre per sostenere l'economia locale. La mossa segue la sua pesante sconfitta alle primarie dello scorso fine settimana (32% contro il 47% del ticket Fernández-Kirchner) che lunedì scorso hanno provocato un tonfo del 38% dell'azionario a Buenos Aires. In un video il leader della Casa Rosada si è preso la responsabilità di quanto successo alle urne, una sorta di marcia indietro rispetto ai commenti iniziali di lunedì. «Voglio che sappiate che comprendo l'esito delle elezioni e che rispetto profondamente coloro che hanno votato per altre alternative», ha detto Macri. Pesantemente sconfitto, il liberista Macri ha cercato di rassicurare gli elettori con misure che costeranno 40 miliardi di pesos (720 milioni di dollari) e che non necessitano del via libera del Fondo monetario internazionale, che nel giugno del 2018 ha concesso a Buenos Aires un piano di aiuti di 57 miliardi di dollari. Le misure che Macri intende varare non dovrebbero mettere a rischio la capacità del sistema-Paese di rispettare i target fiscali prefissati.
Dopo un'apertura in positivo ieri l'indice S&P Merval perdeva circa il 4% a metà seduta, mentre il peso argentino si è ulteriormente svalutato contro il dollaro superando quota 59 a 59,5. Un ulteriore deprezzamento della valuta (in tre sedute ha perso il 32% sul biglietto verde) potrebbe innescare una nuova spirale inflazionistica che, a sua volta, implicherebbe una svalutazione della moneta, rendendo il debito insostenibile. Ora le speranze sono nel prossimo incontro tra il ministro dell'Economia argentino Dujovne e il Fondo monetario internazionale.
Secondo il Financial Times, la società di investimento Usa Franklin Templeton avrebbe perso 1,23 miliardi di dollari nelle ultime due settimane in quanto nello scorso maggio aveva acquistato l'intera emissione di 2,25 miliardi di dollari di un titolo di Stato argentino. Il principale detentore di obbligazioni governative di Buenos Aires è la società di asset management Pimco con circa 5,3 miliardi di dollari, seguita da BlackRock e Goldman Sachs.
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