I 500 lavoratori cassintegrati di Mirafiori passeranno allo stabilimento Maserati di Grugliasco. Con un blitz a sorpresa, ieri, l'ad della Fiat Sergio Marchionne si è presentato in fabbrica a Torino annunciando un cambio di strategia sulla questione.
I «500», negli ultimi giorni oggetto di un braccio di ferro tra azienda e sindacati, traslocheranno quindi alle porte di Torino dove si costruiscono le vetture del Tridente. La decisione, a sorpresa, è arrivata dopo un incontro di oltre un'ora andato in scena nello stabilimento con i team leader, il direttore dell'impianto e le Rsa firmatarie del contratto aziendale. Marchionne ha chiesto loro se credevano nel progetto, e alla loro risposta affermativa il manager italo-canadese ha confermato l'avvio dei trasferimenti.
Un caso, quello dei 500 di Mirafiori, esploso la scorsa settimana quando i lavoratori Fiom hanno «incrociato le braccia». Circa 209 persone su 2.019, poco meno dell'11%, hanno scioperato per un'ora per protestare sulle condizioni di lavoro e sui turni. Una decisione che ha scatenato la reazione del Lingotto. E del suo numero uno che, dopo aver annunciato lo stop ai trasferimenti, ha scritto una lettera molto dura a tutti i dipendenti del gruppo, stigmatizzando il comportamento di coloro che hanno messo in atto l'agitazione. Una scelta che ha spaccato i sindacati e scatenato un mare di polemiche. Divisioni riemerse ieri dopo il dietrofront di Marchionne che in fabbrica avrebbe affrontato anche il tema del contratto, vero oggetto della contesa tra le parti.
«Il manager del Lingotto riferiscono i delegati presenti alla riunione ha affermato di essere disponibile a dare l'aumento contrattuale, ma vorrebbe darlo solo a chi lavora». Un passo avanti subito smorzato: «Meglio qualcosa in meno, ma a tutti» hanno replicato i delegati.
«La riconferma avvenuta nello stabilimento di Grugliasco, rappresenta una prima vittoria del buonsenso come noi auspichiamo da una settimana» ha detto il segretario generale Fismic, Roberto Di Maulo. «Bisogna ritornare - prosegue - a quello spirito partecipativo che contraddistingue le relazioni tra Fiat e organizzazioni sindacali ormai da 4 anni. Pertanto ora ci attendiamo la conclusione del contratto di gruppo».
All'orizzonte, però, non si placano le polemiche e questa mossa sembra aver isolato nuovamente la Fiom di Maurizio Landini che, nei giorni scorsi, aveva fatto quadrato con Susanna Camusso, numero uno della Cgil.
Camusso che, invece, ieri ha applaudito alla decisione di Marchionne («è una scelta positiva), distanziandosi dalla Fiom: «I nostri delegati alla Maserati di Grugliasco non sono stati coinvolti. Se una delle pietre dello scandalo era lo sciopero indetto dalla Fiom sarebbe stato utile per Marchionne confrontarsi anche con loro».
Intanto, per i prossimi giorni, i sindacati hanno chiesto un incontro all'azienda e l'obiettivo resta unico: firmare il contratto. Una partita che, nonostante la mossa distensiva del Lingotto, non appare in discesa: le parti sono divise da 50 euro l'anno sull'ammontare dell'una tantum per il 2014 (250 euro per la Fiat e 300 euro per i sindacati).
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