Mediobanca è solida, pesa Generali

La sede di Mediobanca in piazzetta Cuccia, a Milano
La sede di Mediobanca in piazzetta Cuccia, a Milano

I primi nove mesi dell'esercizio 2012-2013 di Mediobanca hanno evidenziato un rafforzamento della struttura patrimoniale e degli indici di copertura dei crediti in sofferenza. I profitti, tuttavia, hanno evidenziato una flessione del 64,5% annuo a 37 milioni per effetto del recepimento pro-quota del miliardo di svalutazioni Generali effettuate a fine 2012 e che hanno comportato per Piazzetta Cuccia un contributo negativo per 139 milioni.
Il Corporate & investment banking dell'istituto guidato da Alberto Nagel ha raddoppiato l'utile a 176 milioni nonostante la congiuntura sfavorevole. E nonostante la decisa azione di consolidamento del patrimonio: il Core Tier 1 è salito a fine marzo al 12% (11,8% a dicembre, 11,1% un anno fa). Gli indici di copertura dei crediti crescono al 70% per le sofferenze (59% a marzo 2012), al 47% per le attività deteriorate (37% a marzo 2012), i livelli più elevati del sistema Abi. I finanziamenti corporate sono scesi nell'anno da 18,6 a 15,8 miliardi. Il buyback su obbligazioni da 1,5 miliardi ha aperto la strada a nuove emissioni per 1,8 miliardi.
I depositi retail (CheBanca!) hanno raggiunto i 12,2 miliardi (+6%). Complessivamente, i ricavi del gruppo Mediobanca sono diminuiti nei 9 mesi a 1,173 miliardi (-23,7%) per effetto del calo del margine di interesse (-6,1%) e delle commissioni (-22%), mentre l'attenuazione degli spread ha compresso i proventi da negoziazione (-26%).
Questa è la base di partenza per il piano industriale che il cda approverà il 20 giugno per essere presentato alla comunità finanziaria 21 giugno. Mediobanca «è stata l'unica banca italiana ad aver fatto crescere il Core Tier 1 senza fare aumenti di capitale», ha sottolineato Nagel. Insomma, Piazzetta Cuccia potrà concentrarsi sulla sua attività principale.
Nel suo portafoglio, però, ci sono partecipazioni strategiche come il 13,7% di Rcs, l'11,6% di Telco e, appunto, il 13,2% delle Generali. Queste a fine marzo valevano 2,8 miliardi di euro, il 20% in più rispetto ai 2,4 miliardi di un anno prima. Dopo la «pulizia» del bilancio del nuovo ceo Mario Greco, la valutazione degli attivi di Generali «è più realistica».
Secondo Nagel, «avrà un importante effetto positivo» e darà «un contributo stabile e positivo» anche all'azionista Mediobanca. Generali, infatti, valeva il 31 marzo 2,6 miliardi, a fronte dei 2,1 miliardi dell'analogo periodo 2012. La mano di Greco, quindi, già si è vista. Il Leone distribuisce un dividendo e questo remunera anche Mediobanca che, in virtù delle nuove norme di Basilea 3, potrebbe ridurre attorno al 10% la propria quota. Al di là della questione del rinnovo del patto (il Leone ha l'1,99% di Piazzetta Cuccia nel gruppo «B»), Greco sarà comunque tenuto a dare quel «contributo stabile e positivo».

Soprattutto in un contesto macro che rende più difficile per le banche «lavorare» sui tassi di interesse o sfruttare l'onda lunga dell'M&A.
Per quanto riguarda Rcs, che ieri non è stata oggetto di dibattito in cda, Nagel ha precisato che «potremmo avere fino a 25 milione di esposizione dopo l'aumento di capitale e la rinegoziazione del debito».

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