Mediolanum ha chiuso i primi nove mesi del 2012 con un utile netto di 291 milioni, quasi quintuplicato (+380%) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Le masse gestite e amministrate sono aumentate del 13% su base annua a 50,8 miliardi di euro.
Ennio Doris, ad e fondatore di Mediolanum, i risultati sono stati migliori delle vostre stesse attese.
«Fa parte della storia del nostro gruppo riuscire a dare il meglio di sé durante i periodi di crisi, perché quando le cose vanno bene ci prepariamo alle difficoltà che possono arrivare».
Come funziona in pratica?
«Siamo vicini ai nostri clienti non solo accompagnando i loro bisogni ma anche tenendo presente l'etica e portando avanti la cultura della diversificazione che ci ha sempre premiato. Anche adesso abbiamo lanciato OgniMese Mediolanum (un investimento in fondi con cedola; ndr) che diversifica gli investimenti in 5.000 titoli, 40 valute e 100 Paesi del mondo e riesce a dare al cliente 14 rendimenti all'anno, uno al mese tranne che a gennaio e luglio, quando ne distribuisce due».
Il trend di crescita è destinato a proseguire?
«A ottobre siamo riusciti a conseguire una raccolta netta di 283 milioni. Penso che anche nel 2013 daremo molte soddisfazioni ai nostri investitori. Siamo fiduciosi di conseguire ottimi risultati a meno che non succeda il patatrac e i Btp rendano l'8 per cento. Ma anche se la volatilità in Borsa restasse elevata, non credo che si ripresenteranno situazioni straordinarie come quelle del passato perché penso che il presidente della Bce, Mario Draghi, continuerebbe a intervenire per rassicurare i mercati».
Dopo l'anticipo del dividendo di 0,1 euro (in pagamento dal 22 novembre) ci si può aspettare un'extracedola?
«Il 2013 sarà un anno diverso e risentirà dell'andamento positivo del 2012: daremo altre soddisfazioni agli azionisti, magari maggiori, ma non un extradividendo».
Avete ottenuto un'ottima performance nonostante la svalutazione per 66 milioni del 3,38% di Mediobanca.
«Aspettavamo il nuovo piano industriale per decidere che cosa fare, ma visto che la nuova stesura arriverà alla fine dell'esercizio 2012-2013 di Mediobanca, abbiamo anticipato».
A quanto l'avete in carico adesso?
«Il valore a bilancio è stato abbassato a 9,5 euro per azione, un prezzo non molto superiore ai mezzi propri (7,5 euro; ndr). Avevamo già svalutato a 11,1 euro, ma con gli utili portati a riserva si era già incrementato a 11,78 euro».
Che attese avete per Piazzetta Cuccia?
«Mi aspetto un piano industriale che farà vedere sviluppi migliori di quelli prevedibili».
È preoccupato da possibili scalate ostili sulle grandi banche italiane?
«I grandi istituti pagano il rischio-Italia e la crisi dell'economia reale. Una scalata è possibile, ma Intesa e Unicredit sono sufficientemente grandi, non c'è bisogno di una fusione».
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