Mps perde 5,3 miliardi e la Bce alza l'aumento

Al mercato saranno chiesti 3 miliardi al posto dei 2,5 previsti. I vertici restano fiduciosi sul futuro

Mps perde 5,3 miliardi e la Bce alza l'aumento

Il rigore della Banca centrale europea lascia una voragine da 5,34 miliardi nel bilancio 2014 del Monte Paschi che corre a sanare la maxi-perdita alzando, sempre su «impulso» dell'Eurotower, da 2,5 a 3 miliardi l'aumento di capitale che era già in cantiere per rimediare alla bocciatura agli stress test. La ricapitalizzazione sarà nel secondo trimestre, quasi certamente a giugno. In questo modo l'ad Fabrizio Viola e il presidente Alessandro Profumo finiscono di saldare «lo scoperto» lasciato dalla vecchia gestione Mussari (già nel 2013 il rosso era di 1,4 miliardi), svalutando tutto: 5,7 miliardi le rettifiche complessive.

A ricapitalizzazione ultimata Rocca Salimbeni, che in Borsa vale 2,2 miliardi circa, avrà però chiesto al mercato sette miliardi in poco più di un anno (4 miliardi la scorsa estate). Una «Caporetto» annunciata per soci istituzionali e contradaioli, sebbene il consorzio di garanzia si sia impegnato a provvedere a tutto. Il fondo Altair Investment è già corto per lo 0,95%. Insomma il Monte Paschi (-1,31% in Piazza Affari), ancora legato allo Stato italiano per 1,1 miliardi di Monti bond, resta in attesa di un nuovo «padrone» che si affianchi alla Fondazione Mps (cui resta solo il 2%) e i suoi alleati sudameircani Fintech e Btg Pactual.

La «macchina industriale» di Mps però è in attivo: +1,2% il margine di intermediazione, +2,4% commissioni nette. Bene anche la neonata Widiba. E i vertici si dicono certi che Mps abbia la «capacità attuale e prospettica» di rispettare gli obblighi» aggiuntivi posti da Francoforte. Un ottimismo correlato alla parziale vittoria ottenuta nel lungo nel negoziato post stress test: Viola e Profumo hanno convinto l'Eurotower a ridurre la soglia minima di Cet 1, dal 14,3% al 10,2%. Un valore che la banca conta di superare con il maxi-aumento: 11,4% il dato pro-forma. «Abbiamo dato prova alla Bce - ha detto agli analisti il direttore finananziario Bernardo Mingrone - che c'erano tutte le provision nonchè l'impegno a rimborsare la restante parte degli aiuti di Stato.

Per questo la Bce ha rivalutato i profili di rischio della banca». Complessivamente l'esposizione netta su crediti deteriorati è salita del 10% a 23,1 miliardi rispetto al 2013, mentre la maxi-perdita da 5,3 miliardi ha avuto un impatto fiscale positivo per oltre 2,3 miliardi.

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