«È stato un trimestre difficile ma abbiamo avviato il turnaround», L'ad di Mps, Fabrizio Viola, non nasconde la realtà problematica, ma non si deprime e rilancia. Il deterioramento del contesto economico «rende il fattore tempo» più importante e impone di «accelerare» il risanamento, ha sottolineato aggiungendo che alcuni target al 2015 «vanno realizzati entro un anno».
Il trimestre chiuso a settembre, infatti, ha evidenziato una perdita netta consolidata di 47,4 milioni che ha portato il rosso dei primi nove mesi del 2012 a quota 1,664 miliardi (utile di 303,5 milioni nello stesso periodo del 2011). Un dato inferiore alle stime degli analisti che ha portato il titolo a soffrire ulteriormente in Borsa perdendo il 5,14% a 0,201 euro.
In particolare, nei primi nove mesi del 2012, i ricavi si sono attestati a 4,182 milioni (+0,7% annuo). Anche Mps (come Intesa e Unicredit) ha beneficiato di utili da trading più che raddoppiati a 504 milioni, che hanno sopperito alla flessione del margine di interesse a 2,369 miliardi (-8,2%). Le rettifiche su crediti si sono attestate a 1,3 miliardi (+56%) e i costi del personale a 1,5 miliardi sono rimasti stabili portando il risultato operativo a 261 milioni (743 milioni l'anno scorso). «La banca ha uno squilibrio costi-ricavi evidente che deve essere corretto», ha chiosato Viola. L'indice cost/income infatti è rimasto stabile rispetto al trimestre precedente al 59,6 per cento.
Il calo dello spread Btp/Bund ha fatto aumentare il valore del portafoglio titoli e derivati del gruppo di 1 miliardo, portandolo a circa 37 miliardi di euro. Il Core Tier 1 è stabile rispetto a giugno al 10,8 per cento. La raccolta Diretta è ammontata a circa 135 miliardi di euro, in aumento di circa 3 miliardi rispetto a giugno (+2,2%), mentre gli impieghi sono rimasti stabili a 145 miliardi di euro.
Il business plan del presidente Alessandro Profumo è già stato attuato in molti punti-chiave: le aree territoriali sono state ridotte da 12 a 8, sono state chiuse 100 filiali (25% del target 2015 del piano) ed è stato tagliato il numero dei manager di 70 unità. Il più sembrerebbe fatto tenuto conto che il contratto integrativo è stato disdettato, Biverbanca è stata ceduta e che i nuovi Monti-bond da 3,4 miliardi (che sostituiranno i vecchi da 1,9 miliardi) sono in fase autorizzativa.
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