Mps, Viola stringe i tempi: «Piano da attuare nel 2013»

Mps, Viola stringe i tempi: «Piano da attuare nel 2013»

«È stato un trimestre difficile ma abbiamo avviato il turnaround», L'ad di Mps, Fabrizio Viola, non nasconde la realtà problematica, ma non si deprime e rilancia. Il deterioramento del contesto economico «rende il fattore tempo» più importante e impone di «accelerare» il risanamento, ha sottolineato aggiungendo che alcuni target al 2015 «vanno realizzati entro un anno».
Il trimestre chiuso a settembre, infatti, ha evidenziato una perdita netta consolidata di 47,4 milioni che ha portato il rosso dei primi nove mesi del 2012 a quota 1,664 miliardi (utile di 303,5 milioni nello stesso periodo del 2011). Un dato inferiore alle stime degli analisti che ha portato il titolo a soffrire ulteriormente in Borsa perdendo il 5,14% a 0,201 euro.
In particolare, nei primi nove mesi del 2012, i ricavi si sono attestati a 4,182 milioni (+0,7% annuo). Anche Mps (come Intesa e Unicredit) ha beneficiato di utili da trading più che raddoppiati a 504 milioni, che hanno sopperito alla flessione del margine di interesse a 2,369 miliardi (-8,2%). Le rettifiche su crediti si sono attestate a 1,3 miliardi (+56%) e i costi del personale a 1,5 miliardi sono rimasti stabili portando il risultato operativo a 261 milioni (743 milioni l'anno scorso). «La banca ha uno squilibrio costi-ricavi evidente che deve essere corretto», ha chiosato Viola. L'indice cost/income infatti è rimasto stabile rispetto al trimestre precedente al 59,6 per cento.
Il calo dello spread Btp/Bund ha fatto aumentare il valore del portafoglio titoli e derivati del gruppo di 1 miliardo, portandolo a circa 37 miliardi di euro. Il Core Tier 1 è stabile rispetto a giugno al 10,8 per cento. La raccolta Diretta è ammontata a circa 135 miliardi di euro, in aumento di circa 3 miliardi rispetto a giugno (+2,2%), mentre gli impieghi sono rimasti stabili a 145 miliardi di euro.
Il business plan del presidente Alessandro Profumo è già stato attuato in molti punti-chiave: le aree territoriali sono state ridotte da 12 a 8, sono state chiuse 100 filiali (25% del target 2015 del piano) ed è stato tagliato il numero dei manager di 70 unità. Il più sembrerebbe fatto tenuto conto che il contratto integrativo è stato disdettato, Biverbanca è stata ceduta e che i nuovi Monti-bond da 3,4 miliardi (che sostituiranno i vecchi da 1,9 miliardi) sono in fase autorizzativa.

La Commissione Ue vorrebbe che il Tesoro li convertisse a prezzi di mercato, ma Via XX Settembre preferirebbe includere anche il patrimonio netto per non diventare un socio forte. Da tutto questo dipenderà anche l'aumento da un miliardo senza diritto di opzione che aprire le porte a un nuovo azionista.

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