Per Rcs non sono ancora finiti i tempi duri. Il gruppo Rizzoli «valuterà l'opportunità di avviare eventuali nuove azioni di efficientamento dei costi», ha scritto la società rispondendo alla domanda di un giornalista-azionista ieri durante l'assemblea. Un'azione finalizzata a portare avanti le trattative con gli istituti di credito, iniziate nello scorso marzo, per rinegoziare migliori condizioni al contratto di finanziamento da 600 milioni sottoscritto nel 2013. Il debito a fine 2014 è sceso a 480 milioni, ma c'è ancora molto da fare, a prescindere dalla cessione dei Libri a Mondadori e del 44,45% delle radio (l'esclusiva con Clessidra è terminata, ma il fondo resta sempre in corsa oltre a Palladio e Rds). Ulteriori razionalizzazioni, a partire dai dipendenti di Corriere e Gazzetta , sono pertanto in vista.
Scrivere il piano industriale e scegliere il nuovo direttore a Via Solferino è il compito del nuovo consiglio di amministrazione che si è insediato ieri. Confermati l'ad Pietro Scott Jovane e Teresa Cremisi; sono entrati per la lista di maggioranza (Fca, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Pirelli e Diego Della Valle) il nuovo presidente Maurizio Costa, Laura Cioli, Tom Mockridge e Gerardo Braggiotti. Alle minoranze sono andati tre posti: i fondi della lista Assogestioni (Dario Frigerio e Paolo Colonna) hanno battuto la lista di Urbano Cairo che ha ottenuto un solo consigliere: Stefano Simontacchi dello Studio Bonelli Erede. UnipolSai non ha partecipato all'assemblea per evitare, come già in passato con l'appoggio esterno all'asse Fca-Mediobanca-Intesa, di far scattare eventuali obblighi di Opa. Assenti pure gli eredi Rotelli.
Il vero nodo, però, è la scelta del nuovo direttore del Corriere . Sulla carta resta poco meno di una settimana di tempo per decidere, ma Rcs non ha fretta sebbene il mandato di Ferruccio De Bortoli scada giovedì prossimo. «Il nuovo consiglio sarà reso edotto dei temi aperti sia quello della direzione che quello del piano», ha detto l'ad Pietro Scott Jovane, al termine dell'assemblea. L'unico a esprimersi è stato il consigliere uscente Piergaetano Marchetti definendo Carlo Verdelli, candidato alla poltrona numero uno di Via Solferino, «un direttore che ha fatto moltissimo per la Gazzetta , un professionista esemplare». La sortita, però, avrebbe provocato qualche malumore tra i soci.
Effettivamente, gli ultimi rumor del totonomine indicano l'ex «secondo» di Ferruccio De Bortoli ai tempi della sua prima direzione in vantaggio di un'incollatura su Luciano Fontana. La stessa editrice ha evidenziato che la procedura è finalizzata a «individuare il profilo che meglio rappresenti» la testata. Parole che fanno un po' calare le quotazioni di Fontana, spesso indicato come figura di transizione, anche se apprezzato da tutta la compagine degli azionisti. Staccati, almeno per il momento, Mario Calabresi e Mario Orfeo, rispettivamente direttori della Stampa e del Tg1 .
La provenienza dal quotidiano del Lingotto sfavorisce il primo dopo l'unità ritrovata sulla lista di maggioranza grazie al lavoro di Mediobanca (Della Valle per ora ha sotterrato l'ascia di guerra), mentre il secondo ha un profilo molto «esterno». Il sindacato del Corriere ha comunque protestato in una nota chiedendo «un direttore non a termine» e «la salvaguardia dei livelli occupazionali» che il nuovo piano metterà in dubbio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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