"La redditività bancaria è a rischio"

Via Nazionale avverte: «Se i tassi vanno più giù, difficile fare profitti»

"La redditività bancaria è a rischio"

«Una fase prolungata di bassi tassi può comprimere la redditività delle banche e delle compagnie di assicurazione». Gli istituti, infatti, andrebbero in difficoltà a causa del costo medio della raccolta «prossimo allo zero» che di fatto impedisce di agire sulla leva dei margini. Per le assicurazioni, invece, potrebbe diventare «più onerosa l'offerta di polizze vita rivalutabili». È l'ammonimento che la Banca d'Italia ha lanciato nel Rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato ieri sottolineando, tuttavia, che «la forte riduzione dei tassi di interesse a livello globale aumenta la sostenibilità dei debiti e contribuisce a contenere la crescita dei rischi macroeconomici, ma può tuttavia indurre gli investitori a ricercare maggiori rendimenti in attività rischiose e incentivare l'accumulazione di livelli eccessivi di debito». In buona sostanza, Via Nazionale ha mostrato di condividere alcune valutazioni portate avanti sia dall'Abi che dalla federazione bancaria europea sul rischio che la politica monetaria eccessivamente accomodante, unitamente alle richieste di maggiori accantonamenti con l'entrata in vigore di Basilea III e alla concorrenza delle big tech, possa creare un circolo vizioso di redditività calante.

Non a caso, Palazzo Koch ha messo in evidenza che «la debolezza del ciclo economico incide negativamente sulla redditività delle imprese, ma gli effetti sfavorevoli sulla capacità di rimborso dei debiti sono mitigati dal basso livello dei tassi». Il settore delle famiglie, osservano gli economisti dell'istituto guidato dal governatore Ignazio Visco (in foto), «resta solido» in quanto secondo i modelli di Via Nazionale «la quota di debito riconducibile alle imprese e alle famiglie finanziariamente vulnerabili aumenterebbe solo in caso di eventi macroeconomici particolarmente avversi».

La Banca d'Italia ha invece apprezzato la prosecuzione dell'attività di «riduzione della rischiosità degli attivi delle banche italiane, attraverso la cessione dei crediti deteriorati e politiche di erogazione dei prestiti molto selettive» osservando che «il calo dei premi per il rischio ha favorito il collocamento di obbligazioni sui mercati internazionali a costi

contenuti, benché ancora superiori a quelli sostenuti dalle banche degli altri principali Paesi dell'area dell'euro». Il rafforzamento patrimoniale deve essere invece «intensificato per alcuni intermediari di minore dimensione».

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