Il Parlamento ha ancora in corso di esame (dopo l'approvazione, non definitiva, da parte di un suo ramo) un progetto di legge volto al contenimento del consumo del suolo e riuso di quello edificato.
All'articolo 4 del provvedimento è stata introdotta la facoltà per le Regioni di dettare disposizioni ai Comuni per la redazione di un «censimento comunale degli edifici sfitti, non utilizzati o abbandonati esistenti» al fine di creare una banca dati del patrimonio edilizio pubblico e privato inutilizzato, disponibile.
Il testo della norma, oltre a contenere espressioni generiche ed ambigue («immobili non utilizzati o abbandonati»), sembra sottendere con il censimento degli immobili privati finalità non conformi ai principii costituzionali come la requisizione o l'esproprio degli immobili stessi in difetto dei requisiti previsti per tali atti totalmente o parzialmente ablatori.
Solleva cioè il problema delle cosiddette «espropriazioni larvate», ossia di quelle che seguono non una regolare procedura espropriativa, ma l'imposizione di vincoli che conformano a tal punto la natura dei beni che assoggettano, da snaturare il diritto di proprietà fino ad azzerarlo, così come a seguito di un'espropriazione vera e propria.
Attraverso la redazione del censimento comunale degli edifici sfitti, non utilizzati o abbandonati, al fine del loro recupero e riuso, si invera il potere conformatorio che impone vincoli o limiti alla proprietà privata, giusta il disposto dell'articolo 42, comma 3 della Costituzione, finalizzati al soddisfacimento di esigenze della collettività sociale.
*Presidente
Centro studi Confedilizia
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.