Renault non ha più interesse a fondersi con Nissan; per i francesi, ora, la priorità è il matrimonio con Fiat Chrysler Automobiles. Il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, lancia un messaggio chiaro, ma anche rassicurante, a Hiroto Saikawa, l'ad di Nissan che ha dichiarato di voler aspettare prima di prendere una decisione su un eventuale ingresso ufficiale del gruppo nella maxi società che, a quel punto, diventerebbe la prima dell'auto nel mondo.
«Una fusione con Nissan (di cui il gruppo di Parigi ha il 43%, ndr) non è nella nostra agenda», ha infatti precisato Senard, mettendo di fatto una pietra sopra il progetto portato avanti dal suo predecessore, Carlos Ghosn, che ha trovato però a Yokohamma la porta sempre sbarrata. Ghosn ha poi finito per avvitarsi, anche per queste ragioni, in una serie di pesanti guai giudiziari che gli hanno fatto chiudere anzitempo la carriera.
Ecco allora Senard cambiare strategia e giocare di rimessa: «Se il consiglio di Nissan - spiega dopo aver incontrato i vertici del gruppo alleato - ritiene opportuno esplorare una relazione più stretta al momento della scelta, siamo assolutamente aperti all'idea. Ed è logico che a Yokohamma non possano dare una risposta a una cosa così importante da un giorno all'altro». La posizione di Renault rispetto a Nissan, con la qualche condivide motori e piattaforme sviluppate nell'ambito della proficua alleanza, non è mai stata così conciliante, grazie anche al sostegno di Fca. Il presidente John Elkann ha infatti subito precisato di avere un grande rispetto verso i giapponesi e le loro aziende.
Saikawa e il suo board non hanno tempi stretti per decidere. A giorni è atteso l'ok del cda di Parigi alla proposta di matrimonio arrivata dal presidente Elkann. Quindi, partirà l'iter sulla falsariga di quello che è accaduto quando Fiat e Chrysler si sono unite. L'ad del Lingotto, Mike Manley, ha già fatto sapere che per la cerimonia delle nozze potrebbe essere necessario anche più di un anno.
Ancora una volta, intanto, Senard, riferendosi alle preoccupazioni espresse dai sindacati francesi e all'ammonimento del ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, ha escluso riduzioni del personale a seguito della fusione con Fca.
E al collega e «cugino» alla guida di Groupe Psa, Carlos
Tavares, rimasto spiazzato dall'operazione con la mancata sposa Fca, e per questo critico sulle nozze in pianificazione, il presidente di Renault ha risposto laconicamente che «ognuno è libero di esprimere la propria opinione».
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