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Il ritorno di South Stream spinge Saipem Ma per Cao c'è da risolvere il nodo Grecia

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Saipem riavvia la macchina per la costruzione del gasdotto South Stream con un colpo di coda che inciderà fortemente sui ricavi e i margini 2015. E che - con il titolo in rialzo del 3% - ha già iniziato a far dimenticare a Piazza Affari la grande paura che, agli inizi di dicembre, con la sospensione del progetto, aveva fatto crollare il titolo sotto gli 8 euro (da 13 circa) come nemmeno il doppio profit warning del 2013 aveva saputo fare. A causa dei contrasti tra Mosca e Bruxelles sull'Ucraina, il maxi contratto da 2,4 miliardi per la costruzione dell'opera, destinata a portare gas dalla Russia all'Europa senza passare da Kiev, era stato congelato gettando sul gruppo una forte incertezza, ulteriormente aggravata dai corsi del petrolio che hanno spinto le major dell'oro nero a tagliare investimenti e progetti: terreno di business per Saipem.

L'improvviso dietrofront di Gazprom, alla guida del consorzio per la costruzione del gasdotto, ha però ora totalmente sparigliato le carte e rimesso in moto la macchina. Tant'è che già da venerdì, quando è stato dato l'annuncio ufficiale della ripartenza, sono ripresi in modo fitto i contatti tra le parti. Tutto come prima dunque, o quasi. Visto che è ormai certo che il South Stream sarà soppiantato dal Turkish Stream. Un progetto alternativo che segue sempre il percorso del precedente, ma passando dalla Turchia e non più dalla Bulgaria. Dal punto di vista di Saipem poco cambia. Le penali da 1,5 miliardi a carico di Gazprom, che si è ricomprata le quote della società South Stream in mano agli azionisti occidentali, saranno probabilmente annullate e Saipem si riapproprierà della commessa. Un progetto che assomiglia molto, a questo punto, al gasdotto sottomarino fra il Caucaso russo e la Turchia (il Blue Stream) già realizzato dalla controllata dell'Eni. Con l'unica differenza che questa seconda opera sarà sei volte più grande.

Per questo ieri gli analisti hanno puntato forte sulla notizia alzando in massa il prezzo obiettivo in area 13 euro. In particolare, per Equita, questa novità dovrebbe permettere alla controllata dell'Eni di raggiungere i target 2015 nella parte alta della forchetta, quindi 12-13 miliardi di ricavi e 500-700 milioni di ebit. «Scommettiamo su un recupero di fatturato e marginalità in una situazione di bassa visibilità a causa del forte taglio agli investimenti da parte delle oil company».

Positiva anche Mediobanca che vede un'incidenza di 350-400 milioni sul'ebit 2015-16 e nel progetto la possibillità di portare profitti a doppia cifra eliminando il rischio di extra costi per le strutture già posizionate da Saipem nel Mar Nero. Unico neo, su cui dovrà lavorare il neo ad Stefano Cao, sono possibili contrasti politici al progetto. Sembra infatti che gli Usa stiano facendo pressioni sulla Grecia (paese di transito) perché ostacoli l'opera.

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