La ripresa del petrolio non basta a Saipem. Nonostante il mini rally degli ultimi mesi che ha riportato i prezzi dell'oro nero in area 60 dollari, la società italiana che opera nella ingegneria petrolifera si prepara a chiudere un bilancio ancora con molte ombre. Oggi la società alzerà il velo sui numeri del 2017 mostrando che, all'appello, mancano tra i 2 e i 3 miliardi di ordini.
Un gap rispetto al 2016 legato, in parte, ai minori investimenti fatti dalle major nel settore oil e alla nuova selettiva competizione a cui sono sottoposte società operative come Saipem. Guardando ai numeri, secondo il consensus degli analisti, il fatturato dovrebbe essere in calo a 9,2 miliardi (-7% sul 2016), l'ebitda scendere a 1,012 miliardi (-20%), l'ebit a 239 milioni (da -1,5 miliardi). La perdita netta sarà di 128 milioni (dagli oltre 2 miliardi di rosso del 2016 su cui avevano pesato forti svalutazioni). Fondamentali in ulteriore calo, dunque, dopo che nel luglio scorso, in occasione della diffusione della semestrale, Saipem aveva limato ulteriormente i target 2017 sui ricavi (da 10 miliardi a 9,5 miliardi) e sull'utile adjusted (da 230 a 200 milioni) migliorando invece quella sui debiti netti a 1,3 miliardi (da 1,4 miliardi). Debiti che sono attesi in ulteriore contrazione in area 1,2 miliardi. Merito della cura Cao che sta impegnando la società in una complicata fase di rilancio industriale dopo un periodo nero scandito da inchieste giudiziarie (per presunte tangenti pagate sulle commesse in Algeria e per le quali è in corso il processo a Milano), un doppio allarme utili e un aumento di capitale andato male, che ha fatto precipitare il valore del titolo (ieri a 3,28 euro -0.09%).
Una situazione di complessità a cui la società (30,54% Eni e 12,55% Cdp Equity) sta cercando di rimediare con una strategia nuova: Saipem ha infatti deciso di sfruttare le sue competenze ingegneristiche nel settore energia, entrando nel mercato delle infrastrutture per le rinnovabili. Ed è proprio su questo fronte che gli analisti si aspettano novità dalla conferenza stampa di oggi che aggiornerà la strategia del gruppo: «La mancanza di ordini non consente grande visibilità», spiega un analista auspicando maggiore dettagli sulle stime future. Non mancano comunque fattori di incertezza. In primis perché l'ad Stefano Cao è in scadenza di mandato e salgono le probabilità che sia sostituito in primavera dal nuovo governo e, in seconda battuta, perché in casa Saipem è scoppiata ieri una nuova grana. La società ha ricevuto un documento da Consob in cui si contestano alcune voci del bilancio 2016. Le critiche riguardano due aspetti: alcune svalutazioni, che sarebbero stato conteggiate due volte, e la valutazione dei rischi di alcune commesse. L'Authority ha così chiesto alla società di «rendere note le carenze rilevate e di predisporre un prospetto economico-patrimoniale pro-forma che illustri gli effetti che una corretta applicazione delle regole contabili avrebbe avuto sull'esercizio 2016».
Saipem respingendo le accuse al mittente e riservandosi misure di natura giuridica ha tuttavia garantito che provvederà a pubblicare entro 3 settimane, una situazione economico-patrimoniale pro forma consolidata al 31 dicembre 2016 che tenga conto dei rilievi formulati.
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