Il Sigaro Toscano accelera sull'export

All'estero il 20% della produzione. Montezemolo: «Esempio del made in Italy»

Ormai pronto allo sbarco in Piazza Affari, il Sigaro Toscano, noto marchio del made in Italy, prosegue l'espansione sui mercati esteri. L'export assorbe infatti quasi il 20% dell'intera produzione del gruppo che fa capo al gruppo Maccaferri e che vende in 65 Paesi nel mondo. I risultati sono stati illustrati in occasione della festa per il primo bicentenario, che ha visto il gruppo tornare alle sue origini, alla storica Manifatture Tabacchi di Firenze.

Presieduto da Luca Cordero di Montezemolo (cui fa capo 14,3%) il Sigaro Toscano è controllato dai Maccaferri (gruppo Seci) con oltre il 50%, e annovera tra i soci una serie di imprenditori noti come Piero Gnudi con il 14,3%; il vicepresidente Aurelio Regina (14,3%), Francesco Valli (10,2%) e il tributarista Matteo Tamburini con lo 0,7 per cento.

Durante la serata di gala Montezemolo si è soffermato sulle potenzialità del brand, sottolineando come rappresenti «il made in Italy nel mondo». Quanto ai numeri, il bilancio 2017 si era chiuso con 210 milioni di sigari venduti, a fronte di un fatturato in crescita a 102,1 milioni e un utile netto di 17,6 milioni. Risultati che sono poi migliorati nel primo semestre 2018: il fatturato è cresciuto del 3,4% e l'ebitda del 4%. Numeri che aiuteranno lo sbarco in Piazza Affari: «Negli ultimi anni abbiamo fatto importanti investimenti, anche nei macchinari, insomma, abbiamo tutte le carte in regola per accelerare la crescita sui mercati esteri, non solo Stati Uniti, Germania e Turchia, ma Serbia, Romania e tutta l'area dell'Est Europa, compresi i duty free internazionali», ha concluso Montezemolo.

Mentre Gaetano Maccaferri ha messo l'accento sulla particolarità di un prodotto che rappresenta l'eccellenza e il saper fare italiano nel mondo, ripercorrendone la storia, scandita da personaggi estimatori del calibro di Garibaldi, Verdi, Giolitti e Puccini.

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