Ricavi stabili per Telecom Italia nei primi nove mesi dell'anno. E per il presidente Franco Bernabé questa difesa della redditività, in una situazione economica certo non facile nel mercato principale, è di per sé un successo. Come lo è la riduzione dell'indebitamento, sceso nei cinque anni di «regno» da parte del manager, di circa 10 miliardi. La società prevede, infatti, che per la fine dell'esercizio in corso il debito passerà dai 29,5 miliardi attuali a circa 27,5. E stabile resterà pure il monte dividendi perché, se è vero che nel terzo trimestre c'è stato un rallentamento del fatturato (-3,3%) e degli utili (-13,5%), il quarto trimestre, quello natalizio, è solitamente quello più ricco di soddisfazioni per gli operatori di tlc.
Telecom, in ogni caso, conferma gli obiettivi per fine anno e, sul fronte dei numeri, i primi nove mesi si sono chiusi con un utile netto di 1,92 miliardi di euro, a fronte del «rosso» per 1,25 miliardi nel corrispondente periodo del 2011. E se si esclude la maxi-svalutazione dell'avviamento fatta nel 2011, il risultato è «sostanzialmente in linea» con i primi nove mesi del 2011. Lo stesso vale per i ricavi attestatisi a 22,06 miliardi. La Borsa ha comunque apprezzato risultati e prospettive e il titolo, da giorni debole, ieri è rimbalzato del 3,68 per cento.
I fronti aperti comunque sono molti. A partire dalla crescita che in un business maturo come la telefonia fissa e mobile, anche in presenza di nuovi servizi come quelli offerti per l'Lte (la banda ultralarga mobile), è difficile. E dunque per irrobustire l'utile Telecom sta lavorando a un nuovo piano industriale che prevede un aggressivo taglio dei costi e che sarà presentato all'inizio del nuovo esercizio. L'ad Marco Patuano ha comunque escluso nuove riduzioni del personale e ha spiegato che la società sta lavorando con i sindacati per rivedere i costi e aumentare la produttività. In pratica, Telecom sta pensando, in controtendenza rispetto ad altri, di «internalizzare» alcuni servizi che oggi sono svolti da società esterne. E per questo ha bisogno del consenso sindacale.
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