Economia

Tim chiude la porta a Kkr. Avanti con la separazione

No alla "due diligence" chiesta dal fondo. Entro l'estate il via a Netco e Servco, per rete e servizi

Tim chiude la porta a Kkr. Avanti con la separazione

Tim balla da sola, decide di non concedere la due diligence a Kkr, condizione ritenuta vincolante per gli americani per procedere a un'offerta sull'intero gruppo, e va avanti con il piano industriale. Entro l'estate, secondo quanto annunciato nella lettera agli azionisti dall'ad Pietro Labriola e dal presidente Salvatore Rossi, sarà definita la fattibilità e la definizione del progetto di separazione tra infrastruttura (NetCo) e servizi (ServCo) per garantire massima flessibilità e specificità delle azioni che saranno intraprese al fine di valorizzare al meglio le rispettive potenzialità in termini di innovazione, redditività e creazione di valore. E per entrambi gli ambiti si starebbero facendo avanti fondi e operatori come possibili partner da coinvolgere. E infatti, nonostante il tramonto dell'Opa, il titolo in Piazza Affari rimbalza e recupera il 2,1% tornando a quota 0,31 euro.

Ieri il cda dell'ex monopolista, riunitosi al termine dell'assemblea degli azionisti chiamata a deliberare il bilancio 2021 chiuso con un rosso di 8,3 miliardi, ha preso posizione sulla richiesta di due diligence avanzata da Kohlber Kravis Roberts. Il board, all'unanimità, ha precisato di non ritenere opportuno in questa fase, dare seguito alla richiesta di un esame dei conti, in mancanza di un'offerta concreta, completa e attrattiva (che contenga, fra le altre cose, anche l'indicazione del prezzo per azione).

A novembre Kkr aveva presentato una manifestazione di interesse non vincolante a 0,505 euro per azione (per un totale di 10,8 miliardi) a cui il cda di Tim ha dato seguito solo quattro mesi dopo, a metà marzo. A quel punto, tuttavia, per gli americani è divenuto impossibile confermare, in assenza di una due diligence, la validità della manifestazione d'interesse e i termini della stessa, incluso il prezzo a causa del profit warning lanciato Tim a dicembre seguito da risultati inferiori alle attese, delle indicazioni sul piano strategico anch'esse inferiori alle stime e del downgrade da parte delle agenzie di rating.

Tim ha poi precisato che il fondo Usa si è detto disponibile a esplorare qualsiasi altra operazione nell'interesse della società, dei suoi azionisti e del paese. Kkr è in effetti partner di Tim in FiberCop (con una quota pari al 37,5%) la rete che potrebbe essere unita a Open Fiber (controllata al 60% da Cdp) nel progetto di rete unica a lungo accarezzato dal governo. Proprio lo scorso fine settimana Tim e Cdp (azionista al 9,8% del gruppo tlc) hanno firmato un patto di riservatezza con l'obiettivo di arrivare a fine mese alla stipulazione di un protocollo di intesa sul perimetro e i principali criteri di valutazione del progetto.

Nel frattempo, per le attività di servizi, oltre alla manifestazione di interesse inoltrata da Cvc per il 49% della divisione Enterprise su cui ieri è stata data un'informativa al board, fonti stampa indicano come interessati anche Apax (che potrebbe replicare l'alleanza con Iliad sperimentata per Vodafone Italia) e Apollo.

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