
Luca Cordero di Montezemolo sarà il nuovo vicepresidente di Unicredit. Ieri il comitato Corporate governance di Piazza Cordusio ha provveduto a indicare Mohamed Ali Al Fahim, responsabile Finance di Ipic (società di investimenti di Abu Dhabi nonché principale azionista del Fondo Aabar) come sostituto del dimissionario Khadem al Qubaisi. Quest'ultimo era vicepresidente della banca guidata dall'ad Federico Ghizzoni, ma la scelta del fondo mediorientale per la sua successione nella carica è caduta sul presidente di Ferrari, eletto consigliere in quota Aabar in primavera.
Il cda di giovedì 18 ottobre ratificherà le nomine elaborate ieri. «È solo una proposta», si è schermito ieri Montezemolo ricordando che «come imprenditore credo che il rapporto banche-imprese sia fondamentale».
Ma cosa cambia negli assetti che regolano l'equilibrio nella compagine azionaria di Unicredit? A prima vista poco, ma è solo un'impressione. Innanzitutto, i vicepresidenti di Unicredit tornano a essere tutti italiani. Accanto all'ex numero uno di Fiat siederanno Fabrizio Palenzona (in quota Fondazione Crt), Candido Fois (vicario, Fondazione Cariverona) e Vincenzo Calandra Buonaura (Carimonte Holding). Ma Montezemolo, in virtù della rete di relazioni costruita con la sua ultratrentennale esperienza nel mondo dell'industria e della finanza, sarà portatore delle istanze di due gruppi di soci di Unicredit. In primo luogo, di quelli esteri capeggiati proprio da Aabar che ha il 6,5% di Piazza Cordusio. Il vicepresidente in pectore ha da molti anni un rapporto molto cordiale con gli istituti del Medio Oriente. Basti pensare all'ingresso di Mubadala (Dubai) nell'azionariato Ferrari o alla realizzazione di un parco tematico del Cavallino proprio ad Abu Dhabi. Potrà inoltre mediare anche con il nuovo arrivato: il fondo anglo-russo Pamplona che ha il 5% dell'istituto.
In secondo luogo, Montezemolo terrà conto delle osservazioni del gruppo di soci italiani. L'ex leader degli industriali ha sempre avuto un ottimo rapporto personale con Diego Della Valle, suo socio nella sfida dell'alta velocità in Ntv. Il patron di Tod's è entrato in Unicredit con l'aumento di capitale e, in questi mesi, ha dichiarato di aver acquistato lo 0,26% del capitale (anche se in realtà la quota dovrebbe essere maggiore ma sempre sotto il 2%). Analogamente ottime sono le relazioni con gli altri componenti del parterre: Leonardo Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone e i soci storici (Pesenti, Maramotti e i Drago-Boroli).
L'ad Federico Ghizzoni, manager e «coordinatore» dell'azionariato, ha un altro vicepresidente della stessa «forza» relazionale di Palenzona. Ora tocca a lui trasformare il business plan in realtà.