Unipol e Fonsai accorciano le distanze

Stretta finale per il salvataggio del gruppo Ligresti. Sui concambi della fusione è fumata nera, ma c’è un’ipotesi d’accordo: Premafin valutata circa 100 milioni

Unipol e Fonsai accorciano le distanze

Il calcolo per il passaggio di Premafin a Unipol sarebbe pron­to, ma sui concambi necessari a portare Fonsai tra le braccia di Unipol non c'è accordo. La trattat­tiva è nelle mani di Carlo Cimbri, ad di Unipol da un lato e dei Ligre­­sti dall’altro. Compratore e vendi­tore. Lo show down , circondato dall'alone di una possibile ma esplosiva rottura, è avvenuto in un summit plenario che ha occu­pato a Milano lo studio Chiomen­ti dalle 10 del mattino. Prima sarebbe stata la volta del confronto tra Salvatore Ligresti, accompagnato dai figli, e Cimbri per definire la vendita di Premafin e quindi il prezzo dell'aumento di capitale da 400 milioni che per­metterà il passaggio della holding nella mani del gruppo bolognese: gli advisor avrebbero indicato per la cassaforte una forchetta tra 60 e 120 milioni, con possibile punto di incontro a quota 100. È un pun­to fondamentale perché quanto meno Unipol riuscirà a valutare Premafin, quanto più generosa potrà poi essere la definizione dei concambi con Fonsai (e Milano). Intorno alle ore 15 sono soprag­giu­nti l'ad di Fonsai Emanuele Er­betta, il dg Piergiorgio Peluso (pri­ma impegnati in una conference call con gli advisor) e di lì a poco il presidente di Mediobanca Rena­to Pagliaro, l'ad Alberto Nagel, quello di Unicredit Federico Ghiz­zoni e il responsabile italiano cib Vittorio Ogliengo. Sul tavolo c'era il lavoro svolto nella notte dagli advisor per proiettare i valori a pa­trimonio netto rettificato delle promesse spose incrociando, co­me modelli di calcolo, il dividend discount model e l' appraisal va­lue , così da abbozzare una forchet­ta per i concambi. E su questo la di­stanza resta marcata; tanto che ie­ri sera Cimbri ha definito la situa­zione «fluida». Più ottimista Paolo Ligresti: «certamente si troverà un accordo». Le trattative riprenderanno questa mattina alle dieci. Fonsai ha già allertato i propri advisor per un'ulteriore verifica in vista dei cda di tutta la galassia Ligresti e di Unipol convocati a raffica doma­ni per la prevista fusione a quattro Unipol-Premafin-Fonsai-Mila­no Assicurazioni. Incontri tra so­cietà coinvolte e gli advisor si svol­geranno anche per Unipol. E non è escluso un nuovo meeting plena­rio con Mediobanca e Unicredit. Il problema su cui discutono Cimbri (che deve riportare anche ai suoi azionisti, grandi e piccoli) e Ligresti (che ha invece da curare sia le minoranze di Fonsai, sia il coté giudiziario già aperto), è fare combaciare il prezzo attribuito da Premafin a Fonsai per chiudere il proprio bilancio (3,95 euro) con quanto è invece pronta a ricono­scere Unipol, che avrebbe posto la condizione di detenere una quo­ta di almeno il 65% dell'aggregato finale.

Senza contare che i multi­pli generosi potrebbero scontrar­si con la fairness opinion degli advisor coinvolti nella partita: Fonsai si è affidata a Goldman Sa­chs­e i suoi consiglieri indipenden­ti a Citi, Unipol ha invece scelto La­zard, Premafin è con Leonardo, mentre Milano Assicurazioni si appoggia a Rothschild. La discesa in campo in prima persona dei ver­tici di Unicredit e di Mediobanca dimostra inoltre la delicatezza de­l­la situazione per le due banche sia per la marcata esposizione verso il gruppo Ligresti sia per lo scrigno delle partecipazioni finanziarie che legano Fonsai alla grande fi­nanza italiana: da Mediobanca a Generali e Rcs. La tabella di mar­cia dell'integrazione è invece già tracciata e prevede alla fine di apri­le un ulteriore analist meeting , pensato per fare da apripista al successivo road show che porterà Cimbri nelle principali piazze fi­nanziarie; quindi tra la seconda e la terza settimana di maggio il via degli aumenti.

Ma prima di vedere la luce la grande Unipol dovrà superare l'esame dell'Isvap, dove peraltro non mancherebbero divisioni, chiamata a decidere se l'operazio­ne di salvataggio sia sostenibile e quindi offrire a Consob l'appiglio per concedere l'esenzione dall'ob­bligo di Opa, posta come condizio­ne da Unipol. L'ultimo passaggio sarà all'Antitrust che si è impegna­ta ad esprimersi entro maggio.

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