Unipol-Fonsai, trattativa nella notte

Unipol-Fonsai, trattativa nella notte

La trattativa per la «Grande Unipol» va ai tempi supplementari. Nel tentativo di risolvere la bagarre sui concambi, i cda delle quattro promesse spose sono già scivolati a questa sera: si inizia alle ore 18 con Premafin, quindi a seguire Fonsai, Milano e Unipol.
Per ricomporre il puzzle, gli ad di Unipol e Fonsai, Carlo Cimbri ed Emanuele Erbetta, hanno infatti spinto i negoziati per l’intera notte ed è previsto un supplemento anche questa mattina, tutto questo malgrado la maratona che aveva occupato il fine settimana.
Dopo il conclave plenario presso lo studio Chiomenti di sabato, anche la giornata di ieri è infatti scivolata via tra contatti con gli advisor e nuovi incroci telefonici anche con Mediobanca e Unicredit, le due banche grandi creditrici dei Ligresti. La trattativa, già complessa per i molti interessi in campo, è complicata da un lato dalla necessità di Cimbri di rispondere delle energie a disposizione delle cooperative azioniste, dall’altro di costruire una way-out che tuteli i soci di minoranza. Senza contare l’occhio vigile della Procura che si è già dimostrata molto dura con la gestione Ligresti. Il primo tassello dell’operazione è definire il prezzo dell’aumento di capitale riservato da 400 milioni della holding Premafin, che di fatto sancisce il passaggio della galassia Ligresti a Unipol: per la cassaforte si ragionerebbe attorno a un valore prossimo a 100 milioni, pertanto il gruppo bolognese controllerebbe circa l’80% post-aumento. Questo significherebbe però «pesare» Fonsai in trasparenza 3,5 euro e Unipol ha diritto all’ultima parola sulla congruità del prezzo: se ci sarà l’accordo Cimbri potrebbe formalizzare l’offerta, oppure procedere ad incrociare le lettere di intenti. Si tratta di uno snodo centrale, perchè quanto meno Unipol pagherà Premafin tanto più potrà essere morbida sulla forchetta dei concambi. Nella serata di ieri trapeleva una distanza ancora marcata, mentre proseguivano i contatti per giungere a range che non si discostino tra loro più di quattro punti percentuali, così da ipotizzare di chiudere l’accordo dopo un’ulteriore limatura. La trattativa ha comunque già accumulato un mese di ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto.
Il problema è fare combaciare il prezzo attribuito da Premafin a Fonsai per chiudere il proprio bilancio (3,95 euro) con quanto è invece pronta a riconoscere Unipol che punta a controllare perlomeno 66% dell’aggregato. L’obiettivo è assicurarsi il controllo delle assemblee straordinarie, ma il fronte di Fonsai spinge per un disequilibrio meno marcato. Multipli troppo generosi potrebbero inoltre scontrarsi con la fairness opinion dei consulenti.
L’unica cosa decisa è quindi la tabella di marcia che vede un altro analist meeting alla fine di aprile, così da preparare il successivo road show internazionale; quindi tra la seconda e la terza settimana di maggio scatterebbero gli aumenti di capitale. Prima di vedere la luce la grande Unipol dovrà però superare l’esame dell’Isvap, dove peraltro non mancherebbero opinioni differenti. L’Authority è chiamata a decidere se l’operazione di salvataggio sia sostenibile e quindi offrire a Consob l’appiglio per concedere l’esenzione dall’obbligo di Opa posta come pre-condizione da Unipol. L’ultimo passaggio sarà invece all’Antitrust, il cui verdetto è atteso a maggio. L’aggregato pro-forma mostra una quota di mercato oltre il consentito sia nel ramo Danni sia nel segmento dell’Rc Auto ma Fonsai e Milano stanno già «dimagrendo» con la chiusura delle agenzie meno performanti.

Un’ulteriore pulizia del parco agenti potrebbe poi essere ottenuto da Cimbri applicando al supergruppo il nuovo modello di incentivazione basato sui loss ratio delle singole agenzie così da premiare solamente i venditori più redditizi.

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